Bergamo - Stiamo imparando a conoscerlo giorno dopo giorno, Tom Dumoulin. Sappiamo che è un cronoman eccezionale, tanto è vero che ai Giochi di Rio ha conquistato la medaglia d'argento alle spalle di Fabian Cancellara. Sappiamo che ha un passato da calciatore, e che gli sarebbe anche piaciuto fare il medico, magari il chirurgo. Ama anche il gioco degli scacchi e ha fatto sapere che il soprannome di farfalla di Maastricht non gli piace neanche un po'.
Sono dettagli, questi. Che probabilmente domani sulle vette del Mortirolo e dello Stelvio saranno cancellati con un battito d'ali. Per l'olandese da sette giorni in rosa la definizione di farfalla è poco virile, a lui piacciono di più quelli di dottore, chirurgo, giocatore di scacchi, anche se domani dovrebbe diventare aquila o falco. «Sarà una tappa difficilissima dice Dumoulin con il sorriso e la tranquillità di chi sa il fatto suo -. So che ci sarà da faticare».
Tom ostenta sicurezza. Nella crono di Montefalco è stato ghepardo, divorando la strada con la ferocia di una belva. Sul Blockhaus si è difeso resistendo, come un bisonte mai domo. Sul traguardo di Oropa ha sorpreso il mondo, difendendosi per poi attaccare, con la velocità del rettile.
È sicuro, l'«orange» in rosa. Anche ieri lo è stato, in una delle tappe più belle di questo Giro Cento. Ha regalato spettacolo a piene mani, il Giro d'Italia numero 100... E ieri ha portato ancora gloria al giovane lussemburghese Bob Jungels, ex maglia rosa, che ha messo a segno il colpaccio trionfando a braccia alzate sul traguardo di Bergamo.
Dopo tre quarti di gara percorsi ad una media folle superiore ai 50 all'ora, la corsa si è accesa sulle rampe del Miragolo San Salvatore con il formarsi di un gruppetto composto da Sanchez, Janse Van Rensburg, Molard, Rolland e Deignan che però sono stati raggiunti proprio all'inizio della Boccola, la salita che porta nel cuore di Bergamo Alta. A lavorare soprattutto la Orica che puntava su Adam Yates: sono stati gli australiani a tenere i fuggitivi sempre a portata di mano. Sulla Boccola ha attaccato Jungels e alle sue spalle si è mosso anche il nostro Nibali, il quale è scollinato con un brillante Pozzovivo a ruota e poi in discesa ha selezionato un plotoncino di otto uomini che si sono andati a giocare la tappa allo sprint.
Vittoria di Jungels davanti a Quintana e Pinot, con Pozzovivo quinto e Nibali settimo davanti ad una confermatissima maglia rosa Tom Dumoulin. Numerose, purtroppo, le cadute di giornata: a terra tra gli altri Quintana, aspettato da Dumoulin, che non ne approfitta, anzi, invita i suoi a rallentare. Per le terre anche Formolo, Elissonde, tutti ripartiti, mentre l'estone Tanel Kangert della Astana, la squadra che doveva essere capitanata da Michele Scarponi (proprio un mese fa la tragedia) ha incocciato un paletto ad una rotonda e ha riportato la frattura scomposta del gomito sinistro.
Oggi si riposa, domani si torna in montagna.
E che montagne: Mortirolo e doppia scalata dello Stelvio. Doumulin la farfalla che si sente falco sogna di fare l'aquila. Nibali e Quintana hanno il terreno per poter far saltare il banco, e riaprire i giochi. E non fare la figura dei polli.
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