L'Italia è fatta. Ora c'è da fare la Nazionale. Non è un gioco di parole ma la fotografia della prima selezione per un grande evento del commissario tecnico Luciano Spalletti. Dalla lista dei ventisei chiamati a difendere in Germania il titolo continentale conquistato a Wembley tre anni fa restano fuori Provedel, Ricci e Orsolini anche se per loro l'articolo 48 del regolamento Uefa lascia aperta una porta: se prima dell'esordio del 15 giugno contro l'Albania dovesse dare forfait un azzurro, sarebbero richiamabili (Provedel addirittura il 19). Per il resto le scelte dei ballottaggi (Bellanova e non Orsolini, ad esempio), confermano l'intenzione di Spalletti di studiare una Nazionale camaleonte capace di cambiare faccia a seconda dell'avversario, ma soprattutto in base alle condizioni fisiche degli stessi azzurri. Già nella convocazione allargata il ct aveva tenuto conto delle indicazioni date dal campionato sullo stato di forma dei selezionabili (vedi il Locatelli in apnea negli ultimi tre mesi di Juve) dovendo fare i conti con i forfait di Udogie, Zaniolo, Acerbi e Scalvini, in rigoroso ordine di tempo senza dimenticare quel Tonali fuori gioco per le scommesse. E qui sicuramente qualcuno storcerà il naso per il Fagioli (e non Ricci) nei «26» dopo che già aveva fatto discutere la sua prima chiamata. Ma è l'unico vero vice Jorginho di ruolo.
E in questi giorni di ritiro non sono mancati i contrattempi. In particolare l'affaticamento di Barella è quello che più tiene in apprensione. Non tanto per la gravità, ma per le peculiarità tecniche del nerazzurro campione d'Italia. Unico centrocampista box-to-box, a tutto campo. Non solo, l'interista è di fatto uno dei pochi azzurri con una dimensione internazionale riconosciuta. Insieme a lui Bastoni che incarna il prototipo del difensore moderno.
Proprio sullo stato di forma dei campioni d'Italia, di quell'Inter elogiata da Spalletti per aver puntato sugli italiani, va fatta una riflessione ora parte il conto alla rovescia. L'amichevole di domenica a Empoli contro la Bosnia andrà nella direzione di quanto visto con la Turchia cercando di alzare il ritmo e mettere in pratica i «comandamenti» attaccati sui muri di Coverciano da Spalletti. Per farlo serve condizione fisica e mentale più che il modulo. Difesa a quattro o a tre, che potrebbe essere preferita sulla carta, a fare la differenza sarà l'interpretazione. Coraggiosa. Non potrà essere diversa l'Italia che sbarca in Germania da campione d'Europa.
I convocati.
Portieri: Donnarumma, Meret, Vicario; difensori: Bastoni, Bellanova, Buongiorno, Calafiori, Cambiaso, Darmian, Di Lorenzo, Dimarco, Gatti, Mancini; centrocampisti: Barella, Cristante, Fagioli, Folorunsho, Frattesi, Jorginho, Pellegrini; Attaccanti: Chiesa, El Shaarawy, Raspadori, Retegui, Scamacca, Zaccagni.
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