Ecco la nuova Ferrari, brutta che piace

La SF90: un po' arancione, ma fa sognare. Il nome in omaggio agli anni della scuderia

Ecco la nuova Ferrari, brutta che piace

nostro inviato a Maranello

È brutta anche se John Elkann, presidente di Ferrari ed Fca, dice che «è bellissima e unisce il paese». È la prima monoposto della sua gestione anche se tutto quel che sta accadendo qui da mesi parla di Marchionne, racconta di Marchionne e ricorda Marchionne. Soprattutto, porta a compimento il piano di Marchionne: Mattia Binotto team principal oltre che direttore tecnico, Kimi Raikkonen finalmente via, la scommessa Charles Leclerc finalmente promossa, Antonio Giovinazzi piazzato all'Alfa e l'Alfa F1 che fagocita la Sauber.

È brutta questa Ferrari figlia di un piano a lungo periodo del presidente scomparso l'estate scorsa e dimenticato ieri mattina, nell'hangar della nuova logistica, davanti agli stati maggiori del Cavallino. Nessun accenno durante la presentazione. Dimenticanza discutibile e comprensibile solo perché in linea con la tradizione «visto che la Ferrari guarda al futuro e lui avrebbe voluto così» è il refrain. Solo che poi ci sono stati saluto e ringraziamento rivolti dal nuovo Amministratore delegato, Louis Camilleri, all'ex team principal Maurizio Arrivabene e Raikkonen...

È brutta questa SF90 un po' arancione chiamata così in omaggio ai novant'anni della scuderia però è bella molto bella agli occhi di Seb Vettel barbuto che sorride nonostante sappia che quest'anno si giocherà volante e immagine, e di Charles Leclerc imperturbabile, «non sento nessuna pressione, nessuna pressione» pronto a giocare fin da subito qualche brutto scherzo a Seb. È brutta ma solo perché è diventata opaca per risparmiare una «manciata di centinaia di grammi non mettendo il lucido» precisa Binotto soddisfatto che più tardi, a domanda scivolosa su Seb e Charles, risponderà abilmente. Il grande campione arriva da una stagione disastrosa, il grande talento arriva per bruciare le tappe? «Seb ha vinto quattro titoli e non deve dimostrare nulla, è la nostra guida e tale resterà. Charles è veloce ma deve ancora imparare. A inizio stagione, le nostre preferenze saranno tutte su Sebastian». A inizio stagione. E infatti, aggiunge: «Fermo restando che la nostra priorità è far vincere la Ferrari, a chiunque piacerebbe avere in Australia due piloti in battaglia per la vittoria all'ultima curva e a fine stagione in lotta per il titolo». Si sente già lo scoppiettare di scintille.

Tornando alla bruttina opaca stile Red Bull, solo da domani a Barcellona per i 100 km del filming day, lontana dai neon e alla luce del giorno (lunedì in pista per primo Vettel), si potrà risolvere definitivamente il giallo della Rossa che sembra arancione. Nell'attesa, la scelta estrema di alleggerire le vernici rende l'idea di quanto ormai la lotta di vertice in F1 si giochi raschiando letteralmente il barile delle idee. Ed estrema lo è davvero sotto le vesti quest'ultima creatura. «È un'evoluzione della SF71h ma non c'è un pezzo che non sia stato ritoccato» interviene Binotto. «La vedete, é molto più magra, dentro è stato fatto un gran lavoro per ridurre ancora gli ingombri perché con le nuove regole introdotte per aumentare i sorpassi, le monoposto sono più difficili da guidare (ali più grandi) e l'efficienza aerodinamica diventa ancora più importante».

Per cui, c'è da fidarsi. È forse solo dei piloti che non ci può ancora fidare.

Uno vuole risorgere in fretta, l'altro vuole emergere in fretta. Anche per questo Binotto ripete lo slogan diventato un hashtag: #essereFerrari. «Vuol dire passione, appartenenza, integrità, competizione, eccellenza, tradizione...». Insomma, non combiniamo casini.

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