Effetto figuraccia: l'allenatore diventa ct

Quello con la Francia è un esame duro per Spalletti e la nazionale

Effetto figuraccia: l'allenatore diventa ct
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La figuraccia porta consiglio. E dopo l'estate tremenda vissuta da Luciano Spalletti, ecco l'attesa conversione del ct (accompagnata da quella altrettanto utile di Gigi Buffon, non sarà un semplice accompagnatore del gruppo, ndc) pronto a ritagliarsi finalmente il ruolo più autentico di selezionatore invece che di allenatore, cioè colui che plasma sistema di gioco e sceglie calciatori funzionali a quello. In Nazionale il mestiere del ct è diverso. C'era anche ben altro da ricucire, per Spalletti, dopo la cruda espressione seguita alla notte deludente di Berlino: riannodare il rapporto con il gruppo azzurro dal quale si era congedato citando un dettaglio poco pertinente («non c'era nessuno che volesse calciare i rigori!») per una sfida non finita ai rigori. Bene: il ct si è ravveduto completamente e questo è già il primo segnale positivo. Innanzitutto ha scelto il sistema di gioco: si punta sul 3-5-2 interista, conosciuto a memoria dal mini-blocco di Simone Inzaghi, senza più saltare da uno schieramento all'altro di partita in partita alla ricerca di chissà quale soluzione. Ha lasciato a casa gli ultra trentenni perché questa è la stagione che deve portare alla qualificazione per il prossimo mondiale, traguardo da centrare a ogni costo visto che da due edizioni saltiamo il turno con grave disappunto per la nostra storia e le 4 stelle sulla maglia. Certo si ricomincia senza aver trovato l'articolo di cui avrebbe bisogno qualsiasi tecnico: un centravanti. L'ultimo provato in Germania, Scamacca, è stato coinvolto nella modestia collettiva e nel frattempo si è anche infortunato così da rilanciare Retequi che ha la fortuna d'essere arrivato a Zingonia, alla scuola del Gasp. Ma il centrocampo ritrovato (Frattesi, Fagioli, Tonali) è di tutto rispetto nell'attesa di Barella, uno che per l'intervento al naso invece di sacrificare una parte delle proprie vacanze ha deciso di saltare la Nations league dando un bellissimo esempio di attaccamento all'azzurro.

La Francia è il peggiore degli esami da superare ma forse questo è il momento giusto per affrontarli dimostrando - almeno questo può diventare l'obiettivo - che la musica azzurra rispetto all'europeo è parzialmente cambiata.

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