Il turnover va bene, ci mancherebbe, e l'avversario di ieri non era certo di primo piano. Ma un conto è cambiare giocatori per scelta, altra cosa è mandare in campo determinati elementi perché i titolari, semplicemente, sono andati via. È quanto successo a Mancini ieri, contro la Lituania, gara importantissima dopo i due inaspettati pareggi con Bulgaria e Svizzera: senza tantissimi titolari, a Reggio Emilia ha dovuto mandare in campo una Nazionale rimaneggiata, con 5 superstiti della finale degli Europei.
A Wembley c'erano dall'inizio solamente Donnarumma, Di Lorenzo e Jorginho (gli stessi che hanno iniziato ieri, con il centrocampista del Chelsea che ha giocato da titolare tutte le partite di settembre...), mentre Cristante e Bernardeschi entrarono a gara in corso. Che ne è stato di Immobile, che avrebbe potuto sfruttare l'occasione per migliorare la sua rivedibile media minuti giocati/gol fatti in azzurro? Via per un affaticamento muscolare, ma forse comunque non avrebbe giocato. E Insigne? A casa per motivi personali, mentre Chiesa ha avvertito un fastidio al flessore ed è rientrato a Torino in anticipo. Stesso problema per Lorenzo Pellegrini, già a Trigoria, mentre Verratti ha preso l'aereo per Parigi qualche ora prima del dovuto per una botta al ginocchio. Indisponibile pure Sensi, che con la Lituania aveva segnato il suo ultimo gol in Nazionale il 31 marzo. Il centrocampista dell'Inter, da due anni alle prese con problemi fisici di ogni tipo, ci ha tenuto però a rassicurare tutti su Instagram: «Non è nulla! Ci vediamo domenica allo stadio!». Forse non le dichiarazioni che ci si aspettava da chi ultimamente ha visto il campo in poche occasioni.
Ha stretto i denti il suo compagno di squadra Bastoni, che sembrava pronto a lasciare Coverciano e invece ieri era in campo dal primo minuto. Col gruppo, ma mandati in tribuna con la Lituania, Emerson e Nicolò Zaniolo, che proprio in Nazionale un anno fa si ruppe nuovamente il crociato saltando in tronco campionato ed Europeo. Per lui una contusione alla coscia sinistra, rischiarlo avrebbe oggettivamente avuto poco senso.
L'impressione, però, è che in gare che non siano fasi finali di Europei o Mondiali alcuni problemi fisici vengano ingigantiti, per permettere a chi può di essere al meglio per il club. Forse non considerando che snobbare questi impegni e gli azzurri dovrebbero saperlo - può significare complicarsi il cammino verso quei tornei che tutti sognano di giocare, e vincere.
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