«Galliani mi vuole bene. Ma vuole più bene al Monza». Sandro Nesta (foto sopra) lo sapeva e lo diceva anche, prima di essere esonerato a due giorni da Natale. Oggi il nuovo allenatore dei brianzoli è Salvatore Bocchetti (foto sotto), classe '86, 10 anni in meno del predecessore: 9 presenze al Milan e tanta Russia, firma un contratto al 30 giugno 27 e si porta in dote la salvezza dello scorso anno a Verona, dove allenò prima in deroga sul patentino, poi in affiancamento a Zaffaroni, bandiera del Monza. Nesta se ne va dopo pochi mesi, ancor meno punti ma anche una piazza che gli ha concesso molte attenuanti: i nove infortunati con cui ha preparato la sfida alla Juve ne sono un esempio, il mercato estivo con tante uscite (Di Gregorio e Colpani) ed entrate di non pari valore di certo non lo hanno agevolato. «Avete visto, il panettone l'ho mangiato», scherzava solo venerdì all'incontro prenatalizio con la stampa. Autoironia e consapevolezza di una situazione difficile, culminata nel weekend con l'ultimo posto in solitaria in classifica con 9 sconfitte, 7 pareggi e una sola vittoria.
La scelta di Bocchetti ha rivelato quanto a Monza fosse solo una suggestione l'ipotesi Cannavaro, campione del mondo con Nesta proprio nel 2006. Dei mister della nidiata di Berlino, l'anno che si chiude ha riservato del resto tante delusioni: proprio sul nome di Cannavaro, dopo l'infelice esperienza a Benevento, a febbraio i tifosi del Bari fecero muro. Lui si accasò a Udine, centrò una difficile salvezza ma venne messo alla porta. Così Pirlo, sollevato a fine agosto dalla panchina della Sampdoria, dopo solo 3 partite di Serie B. Ancora più rumoroso il defenestramento di De Rossi a Roma, con lo status di ex campione del mondo ad amplificare il rumore del tonfo: lo è stato per Gattuso, esonerato a febbraio dall'Olympique Marsiglia, lo è stato anche per Oddo, eliminato nei playoff di C con il suo Padova nel derby con il Vicenza. Ha sorpreso il benservito di Gilardino, lo scorso mese nella Genova rossoblù, in un 2024 agonisticamente funesto per i discepoli di Lippi, come Pippo Inzaghi, oggi secondo in B con il Pisa ma in precedenza allontanato dalla Salernitana, sul fondo di B.
Ma beati gli ultimi perché saranno i primi: lo conferma Grosso, rigorista del pallone che ha cucito la quarta stella sull'azzurro e ora primissimo in serie cadetta con il suo Sassuolo. Dove si sogna in grande, per lasciarsi alle spalle il 2024.
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