L'Italia del basket si dimostra composta da mille anime. È un tripla di Marco Belinelli quando serve, oppure quella di Gigi Datome. È la presenza silenziosa e decisiva di Ariel Filloy (12 punti). La difesa da manuale di Daniel Hackett. La prontezza di risposta di Aradori alle chiamate del coach e la precisione matematica con cui mister Ettore Messina mette in campo la squadra. Eppure l'Italia a spicchi si specchia pure nelle amnesie difensive di un generoso Paul Biligha, nella superficialità nelle palle perse, nell'incapacità di gestire i pick and roll in difesa e nell'assenza (quasi) totale di Nicolò Melli.
Una Nazionale dalla doppia identità. O forse è una sola, ed è quella che ci aspettavamo. Mai bella, a tratti farraginosa se non puerile nella gestione di alcuni momenti chiave. Ma sempre sul pezzo. Grintosa, cinica e vincente. In fondo ora è questo che conta. E la seconda vittoria all'Europeo, arrivata con l'Ucraina (78-66 il risultato finale), è una bella boccata di ossigeno per la Nazionale di Messina.
Il primo tempo è tutto per Marco Belinelli, che in venti minuti mette a segno 21 punti picchiando la retina sia da due che da tre. Inarrestabile. La guardia di San Giovanni in Persiceto dimostra più maturità che nel passato e forse anche Gregg Popovich, seduto in panchina ad asservare, se ne sarà accorto. Il resto dell'Italia è in penombra. La difesa fatica a trovare contromisure al pick and roll dell'Ucraina, capace di schiaccare a canestro con una continuità difficile da immaginare pure in una partita di pre-season di Nba. All'intervallo azzurri sul +10 (43-33).
Il secondo tempo si gioca la solita altalena. Belinelli e Datome si danno il cambio, con il primo che alla fine mette a referto 26 punti e il secondo che segna la tripa che ricaccia indietro un'Ucraina rinvigorita dalle amnesie difensive della Nazionale. La partita prende una direzione nell'ultimo minuto del terzo quarto, cioè quando Filloy mette una tripla dal palleggio, recupera la palla con una difesa straordinaria e dall'altra parte Aradori infila un salutare tiro da tre punti. In quel momento si capisce che la seconda vittoria può arrivare.
Gli ucraini si fanno percolosi solo a metà dell'ultima frazione di gioco, quando rosicchiano punti agli azzurri arrivando fino a -4. Sale in cattedra allora Gigi Datome (12 punti), il capitano capace di assumersi la responsabilità di buttare in fondo alla retina una tripla che avrà alleggerito (e non di poco) le tensioni di Ettore Messina. Da ricordare poi ci sono un più che discreto stap back di Aradori e la bomba di Belinelli, che con una finta manda il difensore a bere un té caldo. Alla fine il tabellone dice: 78 Italia - 66 Ucraina.
La colonna di questa squadra per ora ha un nome e un cognome: Marco Belinelli, che chiude con 2/6 da due, 6/12 da tre e 4/5 ai tiri liberi in 29 minuti. Quasi impeccabile.
Per gli altri aspettiamo di vedere il primo vero match impegnativo della rassegna continentale in arrivo domani sera contro la Lituania. Avremo bisogno di qualcosa in più. Ma intanto ci accontentiamo delle due vittorie iniziali.
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