Ferrari, non solo gomme. E ora è allarme mondiale

"Noi penalizzati dalle modifiche agli pneumatici". Pirelli: pronti a parlarne. Vettel: "Ci sono altri guai"

Ferrari, non solo gomme. E ora è allarme mondiale

nostro inviato a Montmelò (Barcellona)

L'anniversario, purtroppo, è stato onorato. Nel migliore dei modi. Che poi è il peggiore per i nostri colori. La Ferrari con Vettel ora insegue Hamilton e la Mercedes distanti 17 punti e ha perso anche la vetta del campionato costruttori. Anniversario onorato perché la Rossa ieri è affondata e perché si litiga fra italiani. Qui cinque anni fa Mercedes fece il test segreto con le gomme Pirelli e iniziò la propria scalata al successo mentre la Rossa smise di vincere, e cinque anni dopo non è un segreto che le gomme rivedute nel battistrada per motivi di sicurezza abbiano qui contribuito a lanciare di nuovo gli uber alles ed affondare di nuovo gli uomini in rosso. Lewis Hamilton ha dominato rifilando distacchi abissali come in questa stagione non era ancora riuscito a nessuno dei vincitori, e che sfiorano i 30'' quando si parla di Seb Vettel alla fine quarto, dietro a Bottas e soprattutto a Verstappen con l'ala anteriore danneggiata e comunque più veloce del tedesco. «Curioso non essere riuscito a passarlo... Tanto più che avevo le gomme medie nuove. Perché abbiamo deciso per un altro pit quand'ero secondo? Semplice: i nostri pneumatici non duravano...», dirà Vettel.

Sebastiano è l'unico in casa Ferrari a dire cose. «L'introduzione di gomme diverse su di noi ha avuto un impatto più negativo che per altri» ha persino osato. Per il resto, dai capi del team ai comunicatori del team tutti stanno lanciando sassi e ritirando mani. Vogliono che siano stampa e media a fare i tifosi e urlare allo scandalo. Mica bello. Il team principal Arrivabene, prima della corsa aveva detto «non è stile né dna Ferrari lamentarsi, solo una precisazione: una cosa è essere consultati e una informati. Noi siamo stati informati da Pirelli. Le conclusioni le lasciamo a voi». Che poi è dire e non dire. «Noi li abbiamo informati come tutti e loro non si sono mai opposti benché avessero fatto capire di non gradire la modifica» ribatte a fine gara la Pirelli, arbitro gommifero di questo mondiale. Un arbitro, e questo va detto, un po' scollato dalla realtà come il fischietto che concede rigore a tempo scaduto. Avrebbe potuto risparmiarsi di cambiare a campionato iniziato i parametri delle gomme (per tre gare, oltre che in Spagna, anche in Francia e Gran Bretagna). Tanto più se i parametri vecchi erano stati ben interpretati in fase di progettazione dalla Ferrari e male dalla Mercedes. «L'abbiamo fatto per questioni di sicurezza» ripetono in Pirelli, «perché c'era un eccessivo riscaldamento riscontrato in febbraio, durante i test, e figuriamoci che cosa sarebbe potuto accadere qui dove alla fine hanno girato 4'' più veloci dello scorso anno. In più non ci andava di far vedere il nostro prodotto pieno di bolle a fine gara». Risultato: battistrada ridotti di 4 mm, temperature più basse, meno bolle. E Mercedes che vola e Ferrari che arranca.

«Sono diverse le questioni emerse in questa gara» dice il portavoce ferrarista Vettel che, quando non c'è da superare o combattere (a proposito, bello il sorpasso di ieri al via su Bottas per il temporaneo secondo posto), si rivela uomo e pilota saggio. «La verità è che, uno, non eravamo veloci abbastanza e dobbiamo capirne il perché; due, è vero, eravamo in difficoltà nel far durare le gomme; tre, abbiamo avuto evidenti problemi di affidabilità (il motore ko di Kimi venerdì e ieri il guasto elettrico, ndr)». Ovvero: nel disastro spagnolo le gomme c'entrano solo fino ad un certo punto.

Archiviate alla Toto Wolff come «...

zate» le illazioni sul desiderio Pirelli di aiutare i tedeschi, così come quelle invernali sugli aiutini alla Rossa, resta inspiegabile perché la Ferrari non parli con Pirelli. «Pronti a discuterne» dicono però i gommisti. «Ad oggi non vediamo le condizioni per tornare sui nostri passi ma, d'accordo con la Fia, siamo pronti a sederci e valutare». La Rossa è avvisata. Anche la Mercedes.

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