Sebastian Vettel, secondo le dichiarazioni di Mattia Binotto, avrebbe un unico obiettivo: vincere con la Rossa di Maranello.
E per farlo, nonostante il momento di forte crisi in cui oggettivamente il campione tedesco si trova, sarebbe intenzionato a prolungare il suo contratto oltre l’attuale scadenza del 2020. Secondo il team principal Ferrari, a decidere del futuro di Vettel sarebbero in particolar modo le scelte che delineeranno il regolamento 2021.
Intervistato a conclusione del Gran Premio di Silverstone, Vettel ha messo bene in chiaro quello che si aspetta: “Se guardiamo le alte velocità, sono convinto che l’attuale Formula 1 sia il massimo. Nel comportamento in curve a bassa velocità invece, non voglio dire che le vetture attuali non siano buone, semplicemente sono un po’ troppo pesanti. Quando sono arrivato io in Formula 1, le macchine erano incredibili a ogni livello di velocità e le gare erano dei veri sprint. In fin dei conti, le gare dovrebbero essere vinte semplicemente dal pilota e dalla macchina più veloce: non da chi riesce a combinare al meglio il proprio pacchetto”.
Analizzando il momento da un’altra ottica, luglio sarà un mese importantissimo per il campione di Heppenheim: in queste settimane praticamente chiunque si è espresso sullo stato di forma di Vettel, dicendo la propria opinione in merito.
Da chi lo ha paragonato al Michael Schumacher “in decadenza” dell’era Mercedes (come Martin Brundle e David Coulthard) a chi gli suggerisce un momento di riflessione come Ross Brawn, una delle ultime dichiarazioni è quella di Helmut Marko, che Vettel lo conosce molto bene.
Schietto come sempre, il consulente della Red Bull non ha girato intorno al problema: “Sebastian dovrebbe cambiare scuderia e cercare un ambiente diverso”. Come dire, il giocattolo è rotto, inutile ripararlo.
Guardando la carriera di Vettel, più di una persona nel paddock ha paragonato la situazione al 2014, quando il confronto interno con Ricciardo e la scarsa competitività della Red Bull lo spinsero a cambiare monoposto per ritrovare il sorriso e la voglia di vincere.
L’arrivo di Leclerc, dopo gli anni di pacifica convivenza sportiva con Raikkonen, ha ulteriormente destabilizzato un campione del mondo che sicuramente da un anno a questa parte manca della lucidità che l’aveva contraddistinto nei quattro anni di vittorie con Red Bull.
Guten Morgen Deutschland!
— Scuderia Ferrari (@ScuderiaFerrari) 22 luglio 2019
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Questo luglio comunque risulterà un giro di boa per lui e non solo: un anno esatto dal Gran Premio di Hockenheim 2018, il primo degli errori che ne hanno compromesso il rendimento finora, culminato nella perdita del mondiale scorso e nel tamponamento di Silverstone.
Contemporaneamente, a pochi giorni dall’anniversario della scomparsa di Sergio Marchionne, in Ferrari procedono i lavori interni per invertire una tendenza negativa che non sembra finire.
Dopo la conferma dell’addio di Simone Resta alla Alfa Romeo Sauber con conseguente ritorno in Ferrari, come avevamo annunciato in precedenza, Mattia Binotto avrebbe rivisto l’organigramma interno di Maranello, in particolare dal lato della direzione tecnica.
Rimesse le deleghe di Direttore Tecnico, al suo posto subentrerebbero tre figure alle quali interfacciarsi come Team Principal: Enrico Cardile per il telaio, David Sanchez per l’aerodinamica e Corrado Iotti per il motore.Il tutto per tornare a vincere soprattutto in ottica 2021, con il cambio regolamentare atteso quanto ancora nebuloso.
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