Ferrari chiama: "Resta con noi perché si fa sera e il giorno è già al tramonto". Mai frase fu più adeguata di questa, perché riassume interamente il periodo presente e futuro che si vive a Maranello.
Secondo Alberto Antonini, una serie di tecnici già operativi sulla Rossa in passato dovrebbe ritornare nel corso dell'estate per risollevare un problema di dimensioni non indifferenti: riportare la Ferrari a competere con una imprendibile Mercedes. Una Mercedes che mai è sembrata così lontana, tanto da poter seriamente ipotecare già al quarto Gran Premio un ennesimo titolo costruttori: più sera di così, sarebbe difficile immaginare.
L’anno che sembrava da molti indicato per il riscatto, è diventato uno dei peggiori degli ultimi post 2008 (ultimo Campionato Costruttori vinto da Maranello).
Nei papabili, a questo punto si potrebbe ipotizzare il nome di Simone Resta: trasferito alla Alfa Romeo lo scorso anno, assieme a Mattia Binotto tra gli altri aveva contribuito alla realizzazione della SF70H nel 2017.
I problemi da risolvere non sono pochi, e divenuti ancora più evidenti questa settimana: martedì e mercoledì si sono svolti sul circuito di Barcellona i classici test inter-stagionali. A farla da padrone nei due giorni, sono state le Frecce d’Argento: prima con Bottas e poi con Nikita Mazepin. Il pilota russo, figlio del magnate che l’anno scorso era in lizza per l’acquisto della ex Force India (ora Racing Point) ha rifilato oltre un secondo e mezzo alla Ferrari guidata per l’occasione dal nostro Antonio Fuoco.
Uno step di gomma separava i due (più morbide per Mazepin), ma il divario rimane altissimo ed evidenzia, soprattutto, la facilità con cui è possibile portare al limite la vettura tedesca: il giovane pilota russo è pur sempre al suo primo anno in Formula 2 e mai prima d’ora era salito al volante di una monoposto di Formula 1.
Le problematiche individuate per la SF90 oggettivamente vanno ricercate in due ambiti: quello del carico aerodinamico e della trazione. Cartina tornasole che li ha evidenziati ulteriormente, il terzo tratto del circuito spagnolo: la successione di curve medio/lente (con una velocità media di percorrenza inferiore a 180 km/h) unita a una difficile capacità nel mandare in temperatura gli pneumatici, ha fatto si che le Ferrari perdessero tutto il vantaggio accumulato nei primi due tratti. Sia in gara lo scorso weekend, sia nei test.
Anche Binotto, interrogato a riguardo, ha confermato l’ipotesi: “Siamo deboli nelle curve lente, senza dubbio, ma la soluzione non è semplice”.
Da qui, l’ulteriore rivoluzione interna: dovrebbe avvenire in estate e non essere limitata ai reparti riguardanti aerodinamica e telaio. Del resto, anche sul versante motoristico come avevamo già scritto in passato, c’è stato un iniziale rimpasto.
Cosa è sicuramente cambiato rispetto al passato più recente, è il clima: problemi e gap come quelli accusati ora non si risolvono dall’oggi al domani e Camilleri, decisamente discreto rispetto ai suoi predecessori nell’apparire in pubblico, sembra averlo capito. Anche Elkann nella sua ultima apparizione è sembrato decisamente poco preoccupato nonostante i magri risultati.
A esserlo, lo sono forse i tifosi, per un ennesimo anno perso assieme alla speranza di essere solo al quinto gran premio di una stagione finita prima ancora di iniziare.
Guardando indietro, c’è però un aneddoto
di buon auspicio per il futuro: prima del quinquennio di dominio Rosso con Schumacher / Todt / Brawn iniziato nel 2000, in molti chiesero il licenziamento del francese nel 1996. Il campione tedesco si impuntò: Todt fu salvo e il resto è storia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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