Fifa contro Superlega. Calciatori minacciati nella guerra del pallone

Infantino: "Chi vi gioca non potrà partecipare ai Mondiali e alle competizioni internazionali"

Fifa contro Superlega. Calciatori minacciati nella guerra del pallone

La Fifa ha paura della Superlega e manda in circuito un comunicato ufficiale che non è un avvertimento ma una minaccia. «A seguito delle recenti speculazioni mediatiche sulla creazione di una Superlega europea riservata ad alcuni club europeo la Fifa e le sei confederazioni (Afc, Caf, Concacaf, Conmebol, Ofc e Uefa) desidera ribadire ancora una volta e sottolineare con fermezza che tale competizione non sarà riconosciuta né dalla Fifa né dalle confederazioni relative. A tutti i club e calciatori coinvolti in questa competizione, come conseguenza, sarà interdetta la partecipazione a ogni competizione organizzata dalla Fifa e dalla confederazione relativa...

... Le confederazioni riconoscono alla coppa del mondo per club della Fifa, nel suo format attuale e nuovo, come la unica competizione mondiale per club al tempo stesso la Fifa riconosce le competizioni dei club organizzate dalle confederazioni comne le uniche continentali per i club stessi. I principi universali del merito sportivo, la solidarietà, le promozioni e le retrocessioni e la sussidiarietà sono alla base della piramide calcistica che garantisce l'esito mondiale del calcio e dunque sono consacrati negli statuti della Fifa e delle confederazioni. Il calcio vive di una grandiosa storia grazie a questi principi. La partecipazione alle competizioni mondiali e continentali deve essere sempre conquistata sul campo di gioco», seguono le firme di Infantino, presidente della Fifa e degli altri capi delle varie confederazioni.

La guerra sul calcio è aperta, le strategie per una rivoluzione continua sotto traccia, i grandi club europei sono concordi nel considerare Fifa e Uefa istituzioni datate e la cui struttura elefantiaca, costosa e privilegiata porta benefici soltanto alle casse di Zurigo e di Nyon, lasciando un parte minima, anche se corposa, ai club che garantiscono gli incassi dagli sponsor e dalle tivvù: Fifa pensa di far credere che il calcio sia un impegno sociale ma da sempre, fermandoci ai tempi di Havelange e di Blatter e di Infantino, punta al business, i nuovi format dei tornei lo confermano, la solidarietà è un sostantivo che lava la coscienza, riempie la bocca ma non le casse. Tra l'altro esistono divergenze all'interno delle stesse confederazioni, l'Uefa fra queste, la linea di Ceferin non ha lo stesso peso di quella di Andrea Agnelli a nome dei grandi club.

C'è un terzo attore che potrebbe andare in scena in questa lotta politica e contabile, trattasi di Fifpro, il sindacato dei calciatori professionisti che cambierà dirigenti e presidenza e che ha in progetto una grande riforma per riportare il calcio ai calciatori, sottraendolo ai burocrati e agli arbitri come avviene da tempo. In tal senso anche la composizione dell'Ifab va rivista, le regole di gioco, l'assoluta mancanza di una voce autorevole della parte principale di questo sport, dunque i calciatori.

La minaccia della Fifa di vietare agli stessi di partecipare ai vari tornei, dalla Champions League all'Europa League addirittura alla coppa del mondo, rischia di accentuare il distacco tra il mondo reale, quello degli attori veri, da quello dei governanti di Zurigo. È soltanto l'inizio di una nuova partita che non avrà più gli stessi arbitri.

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