Una vittoria schiacciante, al di là delle più rosee aspettative. La Federcalcio sceglie la continuità e va avanti con Gabriele Gravina, l'uomo che non ha fermato il calcio. Era accreditato in partenza di un 64 per cento, ha raccolto addirittura il 73,45, lasciando al rivale Cosimo Sibilia un 26,25 che dimostra come anche una buona parte della «sua» Lega dilettanti lo abbia tradito. «Le partite si vincono e si perdono. E io me la sono giocata con lealtà e con il massimo impegno», così il deputato di Forza Italia.
«Inizia il secondo tempo della partita. Siamo pronti a giocare il calcio con la C di cuore e di coraggio - il commento di Gravina appena eletto -. Lo stesso coraggio che ci ha messo Mauro Bellugi, un vero campione dal quale prendere esempio per come ha affrontato il nemico più difficile. Ora allacciamo gli scarpini e cominciamo a giocare, sento già il fischio dell'arbitro». E a proposito di arbitri, c'è da segnalare la presa di posizione del neo presidente Aia Trentalange: i fischietti non si sono schierati, nessuno dei nove delegati si è accreditato in assemblea. Un primo punto di rottura rispetto a Nicchi, che aveva strappato quel 2 per cento di peso elettorale, ieri astenutosi.
Dai giovani alle infrastrutture, dalle donne alla riforma dei campionati, per Gravina «la battaglia più difficile», il presidente confermato ha le idee chiare per il prossimo quadriennio. In consiglio federale siederà, come rappresentante della Lega di A, anche il patron della Lazio Lotito (con lui l'ad dell'Inter Marotta) che aveva tentato di spaccare il fronte della massima serie - come avvenuto per diritti tv e fondi - anche per l'elezione di Gravina. Impresa fallita e la A avrà ora la vicepresidenza con Dal Pino (l'altro vice sarà Calcagno, il presidente dell'Assocalciatori). «Il risultato elettorale dice che il calcio deve stare insieme, voglio ricomporre le lacerazioni nel rispetto del lavoro delle singole componenti, no a interessi dei singoli».
Il primo atto sarà il bando per gli organi di giustizia sportiva, poi la convocazione di un'assemblea straordinaria per la riforma dello statuto su pesi elettorali e campionati. «Tutti dovranno cedere qualcosa per rendere un calcio più moderno», sottolinea Gravina. Il vice segretario dell'Uefa Marchetti ha assicurato che restano confermate le gare di Roma, l'augurio è che nel vertice di aprile non ci siano cambiamenti. Infine, il discorso infrastrutture. Gravina non punta solo «sul grande evento» (vedi Euro 2028) come unica possibilità per smuovere la situazione del ritardo del Paese sulla questione stadi, come ha invece sottolineato il presidente del Coni Malagò.
E si affida anche sulla opportunità di interlocuzione di un personaggio come il procuratore federale Chinè, nominato capo di gabinetto al Mef, che possa «aiutarci a sbloccare questi argomenti nell'ambito istituzionale». Con la speranza che la parola calcio entri nel recovery fund.
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