Furlani, trionfo d'oro: un lungo salto nella storia

Dopo il bronzo ai Giochi e l'argento agli Europei, Mattia a 20 anni primo azzurro a vincere il titolo (8.30)

Furlani, trionfo d'oro: un lungo salto nella storia
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Il volo del ragazzo d'oro. Mattia Furlani, 20 anni da poco compiuti, sbanca Nanchino e si prende lo scettro di campione del mondo indoor di salto in lungo. In Cina, il reatino bronzo olimpico piazza la zampata al secondo balzo ed atterra su una stupenda e storica medaglia d'oro, diventando il primo azzurro a conquistare il titolo iridato di specialità. Un'impresa straordinaria per questo predestinato dell'atletica italiana che vince con 8,30 metri al termine di una sfida combattuta. Infatti, i primi tre sono racchiusi in due centimetri: il giamaicano Wayne Pinnock (8,29), già secondo ai Giochi davanti a Furlani e dietro al greco Tentoglou, stavolta finisce alle spalle di Furlani, così come l'australiano di bronzo Liam Adcock (8,28). Rispetto all'Europeo di Apeldoorn di due settimane fa, la misura ha premiato il 20enne laziale, che si era fermato a un centimetro dall'oro finito nelle mani del bulgaro Sarâboyukov, l'unico dei big assenti in Cina. «Questo è lo sport», dice Mattia, per gli amici Spiderman, dopo aver piantato le sue ragnatele invisibili nel soffitto del Nanjing Cube. Dalla rabbia per un titolo sfumato all'ultimo salto («era alla mia portata, ho sempre avuto molta autostima») alla gioia di un oro che gli permette di fare la storia. «Per me è un onore essere il primo azzurro d'oro a un Mondiale nel lungo. È una medaglia speciale», commenta il ragazzo miglioratosi dopo l'argento di un anno fa. Sembra quasi un romanzo di Pirandello: Il fu Mattia pazzesco. Ma a differenza del Pascal protagonista di cui sopra, Furlani non è fuggito dal paesino in cui vive, ma ha trovato conforto nella sua bellissima famiglia che respira da sempre l'atletica e che l'ha aiutato a smaltire il pianto per la medaglia sfumata. L'abbraccio con la mamma-allenatrice di origini senegalesi Kathy Seck vale più di ogni parola: «Sappiamo le lacrime versate ad Apeldoorn perché quel giorno valevo di più. Adesso siamo qui a un Mondiale vinto e me lo voglio godere». Per festeggiare, ha rivelato che si regalerà un orologio, la nuova passione. Sul cambio regolamento, con gare senza asse di battuta, si dice «contrario, ma un giorno lo proverò». Dopo la Cina, si guarderà sempre a Oriente. «Ai Mondiali all'aperto di settembre a Tokyo andiamo per sognare ancora, con la stessa tenacia e cattiveria, per fare di meglio. Con questa nuova rincorsa miglioro salto dopo salto». Riflettendoci, siamo solo l'inizio.

Nell'altra finale con gli azzurri, Fabbri riscatta la prova opaca degli Euroindoor, ma resta giù dal podio

nel peso: 4° a 12 cm dal bronzo. Ottavo Weir. Si chiude così con due ori (Diaz nel triplo e Furlani nel lungo) e un argento (Dosso nei 60m) la rassegna mondiale al coperto più vincente nella storia dell'atletica italiana.

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