È goloso di Nutella e adora giocare con il Lego, ma è soprattutto affezionato alla maglia iridata, quella della cronometro, che su quel fisico statuario da modello della generazione Z veste come pochi altri. Ieri, però, più che modello si è rivelato monello, andando a battere due beniamini del ciclismo belga in Belgio quando ormai assaporavano il sapore del successo. E l'ha fatto nelle Fiandre, per giunta, patria del ciclismo e della bicicletta, e non è un caso che sul podio dove è salito Filippo Ganna sul gradino più alto, campeggiasse il claim Where champions are born, dove nascono i campioni.
Di campioni ne sfornano in continuazione. Van Aert e Evenepoel i battuti- lo sono assolutamente e anche di prima grandezza. Vanno forte da tutte le parti e su tutte le superfici: corse a tappe e in linea, a cronometro e in volata. Filippo, però, in materia di corse contro il tempo, non è secondo a nessuno, tanto è vero che vince e si porta a casa per il secondo anno consecutivo la maglia di campione del mondo, che si va ad aggiungere a quella medaglia d'oro conquistata a Tokyo con il quartetto della pista. I conti sono presto fatti: due mondiali a cronometro uno in fila all'altro dopo il bronzo di due anni fa, quattro titoli iridati nell'inseguimento in pista e cinque crono su cinque negli ultimi due Giri con tanto di maglia rosa: i numeri non dicono tutto, ma aiutano a capire che siamo di fronte ad un fenomeno di prima grandezza che ha solo 25 anni.
«Mi piace questa maglia, non sarebbe male portarla un altro anno», aveva detto il granatiere azzurro alla vigilia. È vero: tra il dire e il fare c'erano di mezzo 43 chilometri piatti piatti da superare, ma soprattutto c'era da fare i conti ancora con quello là, il fenomeno belga Wout Van Aert secondo un anno fa anche a Imola. «È il successo di un ragazzo fenomenale dice commosso Davide Cassani, chiamato oggi a Milano a dare i nomi degli azzurri che correranno la sfida in linea domenica prossima -. Nulla nasce per caso, tanto è vero che abbiamo sacrificato un europeo per arrivare qui in Belgio al top. Io, Marco Villa, Marco Velo e il preparatore di Pippo David Dario Cioni abbiamo deciso di fargli fare durante l'europeo tutte e tre le prove, proprio per fare una settimana faticosa che si sarebbe rivelata preziosa nella sfida iridata, come poi è stato».
Fatica ne ha fatta tanta Pippo, filando via a quasi 55 km/h (54,5 la media), ma ancor più fatica l'hanno fatta loro, Van Aert e Evenepoel, a digerire una sconfitta così cocente, davanti ai loro aficionados. «Sognavo di rivincere, volevo solo quello dice raggiante il campione del mondo -.
Nell'ultima settimana, dopo gli Europei, la mia forma è salita di livello, anche se fino alla gara non sai davvero come stai».Ieri l'abbiamo visto tutti: in corsa stava molto bene, ma ancor meglio stava dopo, in maglia iridata. Un altro anno da modello, dopo aver fatto il monello.
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