Fattore G. G come Gattuso, ma anche come Gasperini. Due allenatori, quelli di Napoli e Atalanta, senza peli sulla lingua. Non usano la diplomazia né giri di parole, tanto che le loro esternazioni non sono mai banali. Uno, Rino, è diretto e genuino ma non provocatorio; l'altro, Gasp, tende invece alla polemica e spesso mette un pizzico di malizia nelle sue parole. Venti anni di differenza e almeno una decina in più su una panchina per l'allenatore dei bergamaschi, che ha fatto grande la Dea conducendola nell'Olimpo del calcio europeo. Gattuso, dal canto suo, ha riportato gli azzurri ad alzare un trofeo dopo sei anni.
Se il derby d'Italia ha il suo fascino e il suo blasone, l'altra semifinale di Coppa è soprattutto la sfida tra due allenatori che hanno fame di successi. E così di fronte avremo un Gattuso determinato a difendere il trofeo conquistato nel giugno scorso, ma che è già di fatto stato scaricato da De Laurentiis - il patron ha siglato la tregua fino al termine della stagione dopo lo sfogo di domenica del tecnico calabrese contro AdL -, e un Gasperini chiamato a riempire finalmente la bacheca atalantina dopo anni di elogi raccolti ovunque. Il tecnico della Dea non ha ancora digerito quella Coppa persa con la Lazio due anni fa, e anche domenica dopo il ko con i biancocelesti che ha interrotto una serie positiva di 14 gare si è capito.
Napoli e Atalanta sono le uniche squadre di casa nostra, insieme alla Juve, ancora in corsa per tre obiettivi. E prima di giocarsi un posto nella Champions che verrà, bisognerà assicurarsi - nel doppio confronto in scena stasera al «Maradona» e mercoledì prossimo al Gewiss Stadium - quello in finale di Coppa. Nell'ultimo precedente in campionato il 17 ottobre scorso dominio Napoli che segnò quattro gol in un tempo. «Mi aspetto un'altra Atalanta, fu una delle nostre partite più difficili e più brutte, giochiamo con una squadra indubbiamente forte, alla vigilia del campionato pensavo che il Napoli fosse tra le principali candidate per vincere lo scudetto. Lo sfogo di Gattuso? Di Rino ho la massima stima, non conosco la situazione ma so che in questi casi le vittorie aggiustano tutto. Ma non saremo noi ad aiutarlo...».
Ad aiutarlo dovrà quindi essere la sua squadra, visto che lo zoccolo duro del gruppo azzurro è dalla parte di «Ringhio». Il Napoli non può deludere, a prescindere dalla rottura ormai chiara tra l'allenatore e il presidente. C'è sintonia tra Gattuso e i giocatori anche se le prestazioni non stanno convincendo, le risposte che vuole Rino sono soprattutto a livello di carattere. Un limite del gruppo che ridimensiona anche la questione tecnica, in una squadra dove la qualità non manca. Ed ecco che Gattuso attende le risposte più forti dai calciatori più rappresentativi, a partire da capitan Insigne.
Gli impegni ravvicinati non consentono pause, molti dei titolari sono stanchi e andrebbero fermati, ma la delicatezza del momento non glielo consente. E poi c'è l'Atalanta, ormai una «grande» a caccia di un trofeo che ne sancirebbe la consacrazione. Recuperato Romero, risultato falso positivo al Covid.
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