In questi giorni il clima a Milanello è molto caldo e non perché è la casa del Diavolo. La sconfitta nel derby ha lasciato una ferita che difficilmente si cicatrizzerà in tempi brevi e di conseguenza l'aria che si respira non è di certo delle migliori. Ma il Milan ha già l'occasione per riscattarsi, per buttare acqua su un ambiente che si è infiammato nel derby con la scintilla Icardi e che poi, da quel momento, non ha più smesso di bruciare.
La panchina di Gattuso, però, scotta e stasera contro il Betis Siviglia si gioca molto più che il primo posto del girone. Un altro passo falso, infatti, aprirebbe scenari clamorosi, compreso l'esonero del tecnico. A tal punto che è già partito il toto-nomi: il sogno (quasi) impossibile rimane sempre Antonio Conte, ma è complicato convincere l'ex ct, concentrato sulla causa milionaria con il Chelsea, alla quale sembra non voler rinunciare. Ritorna così in auge il nome di Roberto Donadoni, bandiera milanista e che più volte in passato è stato accostato alla panchina rossonera. Inoltre, l'ex allenatore del Bologna sarebbe un profilo gradito alla coppia Maldini-Leonardo, perché perfettamente in linea con la nuova filosofia societaria del Milan ai milanisti.
Ma pure Gattuso rientra in questa filosofia anche se ha ammesso: «A novembre compio un anno da allenatore del Milan, ho perso solo 6 partite, ma sembra le abbia perse tutte. So però che quando non arrivano i risultati ci si trova in discussione. Sono legato ai risultati come tutti gli allenatori. Leonardo e Maldini? Come tutte le buone famiglie c'è sempre un confronto. Io racconto come la vedo, loro fanno la stessa cosa: ci diciamo le cose in faccia, senza problemi. Ci possono essere alti e bassi. Oggi io faccio l'allenatore, Leonardo fa il dirigente ed il passato è passato. C'è un grandissimo rispetto, questo non deve mai mancare». Dopo quattro giorni di fuoco, quindi, una vittoria contro il Betis diventa fondamentale: «Dobbiamo ripartire anche se l'amarezza rimane. Contro l'Inter la partita non è stata preparata per pareggiarla. Siamo venuti a mancare nel nostro forte: il palleggio, ci è venuto il braccino. Brucia aver perso quella partita ma non è tutto da buttare».
In casa Milan c'è però anche un'altra questione bollente, quella che riguarda Donnarumma, finito al rogo dopo l'errore nel derby. Il ragazzo è al centro di pesanti critiche e deve subito reagire per dimostrare di essere davvero quello che tutti consideravano l'erede di Buffon. Ma sono sempre di più coloro che vorrebbero vedere Reina titolare al posto di Gigio, anche in campionato. Gattuso, però risponde: Non sono d'accordo che debba stare in panchina. Detto da voi era un portiere in crescita prima del derby, non me le sono inventate io. Le scelte le faccio io, non vado dietro ai tifosi ed in questo momento vedo un ragazzo tranquillo anche se ha avuto un lutto familiare l'altro ieri.
Deve lavorare con serenità, l'errore ci può comunque stare».Oltre a Reina, anche Caldara, Laxalt, Bakayoko e Castillejo dovrebbero essere della gara, una gara che il Milan e Gattuso non possono fallire. O più di qualcuno rischierà di bruciarsi davvero.
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