Le telecamere inquadrano 9 soccorritori mentre entrano in campo dalle due parti del rettangolo verde: uno di questi ha con sé una barella a cucchiaio. Sono i primi soccorritori che hanno raggiunto Bove sul terreno di gioco prestando le cure immediate, mentre in campo le urla dei giocatori che richiamano i sanitari si stavano già scontrano con il silenzio degli spalti. Un silenzio rotto da chi invoca l'ingresso anche dell'ambulanza sul terreno di gioco: Dimarco e Ranieri corrono proprio verso l'autolettiga dall'altra parte dello stadio, Mandragora è una furia, volano le mani con uno dei soccorritori che spiega inquadrato dalle telecamere, che rendono ben leggibile il suo labiale - come l'ambulanza non entri in campo per evitare di affondare nel terreno. Anche in tribuna, in quei momenti, però non ci si capacita però del perché il mezzo di soccorso non entri in campo e dal Franchi si alzano urla all'indirizzo dei soccorritori per chiedere a gran voce l'ingresso del mezzo di soccorso. È lo scontro di chi vive un dramma e chi cerca di gestirlo con un protocollo. Nei fatti, la procedura di intervento è stata corretta: già i primi sanitari erano infatti entrati in campo con un defibrillatore, rendendo inutile l'ingresso dell'ambulanza.
Il mezzo di soccorso ha invece giustamente atteso fuori dal terreno di gioco e dalle sue insidie: sul campo avrebbe potuto impantanarsi e impedire, così, un rapido trasporto in ospedale del giocatore. Cosa che invece è avvenuta con celerità dopo una prima stabilizzazione delle condizioni di Bove.
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