Germania, la doppia sfida per la coppa e la sicurezza

In campo vuole sfatare il tabù continentale datato 1996. Fuori schiera 22mila agenti per evitare guai e incidenti

Germania, la doppia sfida per la coppa e la sicurezza
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Magnifici perdenti o perfidi vincenti? La Germania del pallone ci riporta a questo dubbio esistenziale della sua storia calcistica. Ma è la storia di tanti. Basti dare un'occhiata ai favoriti di questi Campionati europei: Francia, Inghilterra, Spagna, Portogallo. L'Italia porta la maglia del campione uscente: pesante, esaltante. Difficile pensare che le resti addosso. La Germania è la nazione che ha nel pedigrèe il record di successi (tre come la Spagna) ma che quest'anno, nei tornei per club, ha subito sonori sberloni: il Borussia Dortmund anestetizzato dal Real Madrid e il Bayer Leverkusen, meister in Germania, giocato dall'Atalanta. Qualcuno penserà: due del Real (Kroos e Rudiger) avevano maglia spagnola e questo deve aver portato qualche scompiglio: si racconta di clima teso fra Realisti e Borussiani. Niente di sorprendente, la Germania è abituata a situazioni litigarelle. Eppoi magari perde solo in finale: magnifici perdenti.

Meister (vincitore) è la parola-simbolo, l' ossessione che inseguirà la nazionale che si gioca il torneo a casa sua e oggi esordirà contro una Scozia niente male nelle qualificazioni. Ma, suvvia, con i tedeschi risultano 9 precedenti e un solo successo. Aggiungiamo che la Germania va in campo per due Europei: quello del dispettoso pallone (l'ultima vittoria data 1996: un po' lontanina) e quello dei 22mila agenti sparsi per tutto il Paese ad evitare guai e rischi dovuti alle situazioni politiche internazionali. Si parla di massima allerta a cominciare da Serbia-Inghilterra. Sotto ogni aspetto è in ballo il simbolico Uber alles dei tedeschi. Ovvero Sopra a tutto siamo noi. Detto perfino alla Adidas, storico marchio che vestirà la nazionale per l'ultima volta: dopo 70 anni di monopolio. Arrivano gli americani dal baffo e i 50 milioni di sponsorizzazione raddoppiano. Perfidi vincenti? Che snobbano perfino la scaramanzia. È stato notato che la squadra usa le borracce di Russia 2018. Strano quanto la risposta all'interrogativo. «Perché non buttiamo spazzatura inutilmente». In realtà Russia 2018 fu spazzatura calcistica per la Germania, campione del mondo in carica: uscì al primo turno. E all'ultimo europeo non sono state allegrate: fuori agli ottavi. Per invertire la tendenza, si è rivolta a Nagelsmann, tecnico arrembante e giovane (37 anni), ha lasciato a casa qualche idolo di stanza nel Bayern e nello stadio che, stasera, ospiterà il match inaugurale, punta tutto sul rampantismo dei gioielli del centrocampo: Musiala e Wirtz, ovvero mister 100 milioni di quotazione.

Il centrocampo sarà anima e forza, la difesa non proprio di ferro a prescindere dai dubbi sull'attempato portiere Neuer, le punte non sempre con buona mira. Eppure se qualcuno fosse angosciato, ascolti la filosofia di Kroos, uno che ha vinto tanto. Dopo tutto, è solo calcio.

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