Il botta e risposta Brignone-Goggia fa impazzire gli appassionati, quelli che già si dividono nel tifo fra le due sciatrici azzurre, cosi diverse per tutto ma non per la voglia di vincere. Ieri in discesa, la risposta di Sofia alla vittoria di Federica in superG è stata forte e chiara, la bergamasca ha sciato con una cattiveria agonistica davvero impressionante, prendendosi rischi che solo lei, in un momento di grazia fisica e mentale, può permettersi. Sembrava indemoniata Sofia giù per la pista Franz Klammer, una discesa da donne vere o «donne con gli attributi», come ha detto lei stessa dopo la prova mattutina delle 9 in cui aveva già mostrato di essere la più veloce. E quando una mezz'ora prima della partenza la giuria ha comunicato che la discesa sarebbe stata accorciata del primo tratto, colpo di spugna dunque sulle prime tre curve e sul lungo piano di venti secondi, altre due azzurre hanno cominciato a sognare in grande, sogno poi realizzato oltre ogni previsione ottimistica per un risultato finale storico, inatteso, insperato, in tutto quello che volete ma, alla fine, reale e favoloso.
Perché accanto a Sofia sul podio ecco di nuovo lei, Federica Brignone, seconda, e poi Nadia Fanchini, terza dopo il quinto posto in superG, a suggellare un fine settimana indimenticabile. Tripletta italiana sul podio di una discesa femminile: non era mai successo, e la mente corre veloce al 19 marzo scorso, quando ad Aspen le sciatrici azzurre monopolizzarono il podio di coppa del mondo nell'ultimo gigante della passata stagione. Brignone-Goggia-Bassino quel giorno saltarono assieme e si abbracciarono felici, ieri Fede e Sofia hanno regalato il bis con Nadia al posto di Marta, da citare in ogni caso perché il suo decimo posto con pettorale 45 è davvero un risultato eccellente. E le Gut, Weirather, Vonn, Huetter, Veith, da anni protagoniste assolute delle discipline veloci? Intimorite dalle difficoltà della pista austriaca, sono finite tutte dietro, con distacchi abissali. Battute, ma pronte ad inchinarsi alla superiorità tecnica delle italiane, nonché al loro coraggio.
Per Federica «ne serviva una bella dose su questa pista, dopo la ricognizione ho visto tante ragazze con la paura scritta in faccia, chiaro che se parti poco sicura rischi ancora di più, perché il segreto in queste condizioni è attaccare e non subire». Certo, la capacità di osare dipende anche e soprattutto dalla capacità di controllare i propri sci sotto i piedi, dote che quando le piste sono ghiacciate, come ieri, le tre azzurre, anzi quattro includendo anche la Bassino, hanno in gran quantità, pur con diverse interpretazioni. Sofia è la versione femminile di Bode Miller: sciata scomposta, tutt'altro che elegante, ma piedi e dunque sci che seguono sempre la linea più dritta verso il traguardo, a cercare velocità. Ieri è stata nettamente superiore a tutte, il suo vantaggio su Federica di 1'10'' e su Nadia di quasi uno e mezzo parla chiaro. Ma l'impresa di Fede non è da meno: in discesa non era mai andata oltre un 12° posto e ora può vantare podi in quattro diverse discipline, lei che tecnicamente è l'esatto opposto di Sofia: eleganza e stile non le mancano, ma rispetto alla compagna di squadra ricama le linee, facendo molta più strada. L'eliminazione del lungo tratto pianeggiante l'ha senz'altro favorita, al pari di Nadia (le due non sono fenomeni di scorrevolezza), ma visto che la discesa è anche una prova di coraggio, il loro podio è strameritato.
E strameritata è
anche la vittoria di Marcel Hirscher nello slalom di Wengen, mai vinto in carriera fino a ieri. Miglior tempo in entrambe le manches, l'austriaco ha dato l'ennesima lezione all'ormai rassegnato Henrik Kristoffersen, secondo.
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