Anderson superstar riesce a far sognare la Lazio

Gol, assist e dribbling: il brasiliano trascina la squadra in una notte da grande contro la Sampdoria

Anderson superstar riesce a far sognare la Lazio

Roma - C'era una volta un brasiliano, grande amico di Neymar sin dai tempi del Santos, che faticava ad emergere nel nostro campionato. Timido, impacciato, a tratti irritante, almeno fino al 2 dicembre scorso quando la sua avventura italiana ha conosciuto la prima importante svolta. E così da oggetto misterioso, Felipe Anderson è diventato attaccante implacabile. Aveva chiuso il 2014 incantando con colpi alla Shevchenko alla Scala del calcio del Meazza, riparte nel 2015 con dribbling, due assist al bacio per Parolo e Djordjevic - settima rete stagionale - e con una perla dal limite: il suo bilancio nell'ultimo mese è di cinque gol in altrettante partite (compresa quella di Coppa Italia con il Varese) e quattro passaggi decisivi.

Il ds Tare e il patron Lotito stanno finalmente raccogliendo i frutti di uno degli acquisti più onerosi in casa Lazio negli ultimi anni: un inseguimento durato sei mesi e un esborso di 9 milioni per bruciare nel 2013 l'agguerrita concorrenza sulla punta cresciuta all'ombra di Neymar. «Osservare i movimenti di giocatori come lui mi ha aiutato molto», ricorda sempre il 21enne di Brasilia. Ora corre e si fa trovare pronto in ogni zona del campo. Pioli ha saputo esaltarlo, affidandogli il ruolo di jolly offensivo. E lui ha saputo sfruttare l'occasione dell'infortunio di Candreva - tornato a disposizione proprio ieri - per prendersi e onorare la maglia da titolare. Adesso per il tecnico sarà difficile gestire l'abbondanza in attacco.

Grazie al «Pipe», la Lazio si concede - in attesa del Napoli - almeno una notte da solitaria terza forza del campionato, vincendo la prima delle tre guerre puniche (Lotito dixit) della fine del girone di andata e ridimensionando la splendida Sampdoria di Mihajlovic, applauditissimo dal pubblico dell'Olimpico che non dimentica le giocate in campo di Sinisa. Senza Gabbiadini, i blucerchiati perdono qualcosa in fase offensiva (Okaka combatte come un leone, ma sbatte spesso contro il roccioso de Vrij, Eder ha qualche sprazzo che non crea però rischi ai laziali, Bergessio non regala guizzi nei pochi minuti in campo), ma ieri sera i movimenti di Felipe Anderson hanno fatto andare in tilt la difesa che mai in stagione aveva incassato tre gol in una sola partita.

Così dopo otto sfide senza sconfitte - l'ultimo stop era stato a San Siro contro l'Inter il 29 ottobre scorso - la Samp frena di colpo all'Olimpico, stadio da anni tabù: qui non segna dal 2009 (rete di Pazzini) e non vince da 8 sfide, anzi ha perso le ultime 4 senza andare in gol.

Insomma la Samp peggiore della stagione è subito fuori dalla partita, incapace di frenare l'impeto degli avversari e quindi rimandata nel primo spareggio della lunga volata per il podio del campionato. Lazio in salute e senza squalifiche pesanti (ma con l'infortunio di Cana) in vista del derby con la Roma di domenica.

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