Una ricerca dell'Università di Glasgow fa tremare il calcio. A commissionare lo studio e rivelarne gli esiti choc è la Football Association e del sindacato dei giocatori che sottolinea come i calciatori professionisti hanno una percentuale di rischio molto superiore alla media di morire di demenza e di altre gravi malattie neurologiche.
L'esito e la task force
A lanciare la notizia è il Daily Express, con tanto di prima pagina. Secondo gli i calciatori impegnati ad alti livelli hanno probabilità tre volte e mezzo superiori rispetto a persone della stessa fascia d'età di soffrire malattie neurologiche. I risultati derivano da un lavoro condotto lo studio per 22 mesi sui casi di 7676 ex calciatori scozzesi. Non solo: gli scienziati hanno anche riscontrato un rischio cinque volte superiore per l'Alzheimer, di quattro volte per malattia neuromotorie come la Sla e di due volte per il Parkinson.
La Federcalcio inglese ora vuole fare chiarezza e ha comunicato che istituirà una task force per approfondire la ricerca. I primi sospetti ricadono sulle numerose volte in cui gli atleti colpiscono il pallone di testa, anche se nel report dell'Università di Glasgow non se ne trova traccia.
Ma a far riflettere su questa primi ipotesi è il caso di Jeff Astle, morto a 60 anni per encefalopatia traumatica cronica. Il bomber inglese era noto per la sua capacità di insaccare il pallone di testa, come ricorda La Gazzetta dello Sport.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.