Fino a ieri, Simone Fioretti era un anonimo calciatore del Castrovillari, in Serie D. Oggi è diventato famoso. Non per un gol, ma per la maxisqualifica di 10 giornate comminatagli dal giudice sportivo dopo l'espulsione rimediata nella sfida contro il Portici, girone I della Serie D. "Insulti razzisti": questo il motivo della sospensione che costringerà il giocatore del club calabrese a stare lontano dal campo per due mesi e mezzo. L'ennesima mazzata al calcio italiano dopo la squalifica del Meazza per i fatti di Inter-Napoli.
In una nota il presidente del Castrovillari, Pino Agostini, ha fatto sapere che - come la società nerazzurra dopo i "buu" razzisti a Koulibaly - non presenterà ricorso. "In quasi 100 anni di storia calcistica la nostra Società si è distinta con le parole ma soprattutto con i fatti, nella lotta contro ogni forma di razzismo e di discriminazione, anche quella più subdola e vergognosa. Tra i nostri valori guida - ha precisato il massimo dirigente della società - ci sono, ci sono stati e ci saranno l’accoglienza, l’inclusione e l’integrazione a 360 gradi dei più deboli e dei disagiati.
Questa squalifica va al di là della semplice penalizzazione tecnica che l’assenza di un nostro atleta per le prossime 10 gare causerà, perché potrebbe macchiare irrimediabilmente, la nostra immagine e la nostra storia, cose che hanno valore inestimabile per noi, per i nostri tifosi e per la Città che rappresentiamo", ha concluso Agostini.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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