La Partita è oggi. Non una finale, ma quasi. Napoli vale più del Liverpool, dove Inzaghi parte ampiamente sfavorito e proprio per questo senza pressione. Vincere allo stadio Maradona significherebbe confermarsi in testa per l'ottava settimana consecutiva, rimandare il Napoli a -4, tenere il Milan a distanza di sicurezza, col recupero di Bologna prima o poi si giocherà - che resta un jolly sulla strada dello scudetto.
Il derby è ormai un brutto ricordo, che ha lasciato in eredità solo la squalifica di Inzaghi (quella di Bastoni è stata poi scavalcata dall'infortunio), oggi in tribuna e ieri in silenzio, come non meriterebbe vigilia tanto importante. Di certo il tecnico ha parlato alla squadra, insieme hanno rivisto ciò che non ha funzionato col Milan (poco, ma letale) e i rischi corsi anche a novembre, nella sfida intensissima col Napoli, prima subìta poi dominata e infine salvata, per la prima delle 8 vittorie consecutive, che hanno permesso all'Inter di recuperare (anche 7 punti) e poi staccare la concorrenza. Curiosamente, alla faccia del calendario asimmetrico, anche all'andata il Napoli arrivò dopo il derby.
Stasera Inzaghi non penserà al Liverpool. Ha una formazione già scritta con 9 giocatori su 11 e 2 dubbi che scioglierà solo stamane. In difesa c'è da sostituire Bastoni, che sta meglio e prova la rincorsa per la Champions, e il favorito rimane D'Ambrosio, con Skriniar dirottato a sinistra, esattamente come s'è visto in Coppa Italia, quando la caviglia di Bastoni ha fatto crack. L'alternativa è Dimarco.
Il secondo non è un semplice dubbio, ma un vero rebus. Inzaghi ci pensa da martedì notte e non ha ancora deciso: chi schierare in attacco? È tutto in ballo, nemmeno Dzeko è sicuro del posto. Difficile rinunciare a uno come lui, troppo giocatore per saltare partite di questo spessore. La mossa da azzeccare è chi mettergli a fianco e sfiora il paradosso: meglio il titolare Martinez (24 anni) o l'emergente Sanchez (33)? Il cileno è più in forma, motivato e di ottimo umore, gasato da gol importanti come quelli in Coppa a Juventus e Roma. L'argentino ha viaggiato forte fino quasi alla sosta di fine anno, poi stop e da 8 partite non segna, eppure resta favorito. Al Napoli tra l'altro ha già segnato 4 volte, andata compresa.
Secondo Spalletti, che si racconta ex non avvelenato, decisivi saranno i duelli sulle fasce, dove nasce la gran parte del gioco offensivo nerazzurro. «L'Inter è come un amministratore di condominio, è la squadra campione ed è la più forte. In più saranno furiosi per aver perso il derby», racconta come sempre con toni pittoreschi il tecnico toscano. «Ho detto ai miei che dovremo affrontarli come se fossero il Venezia, senza snaturarci. Noi dobbiamo mantenere la calma, che ci consente di giocare con qualità».
Dopo mesi di emergenza e sofferenza («siamo stati bravi a tenere la schiena dritta anche nei momenti più difficili»), Spalletti ha la squadra al completo nel momento più importante e 2 dubbi: Koulibaly-Juan Jesus e Lobotka-Anguissa, favoriti i primi.
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