Roma. Quattro vittorie consecutive in A (cinque se consideriamo anche quella di Coppa con la Juventus) l'Inter non le conquistava dall'ottobre scorso. Un filotto che arriva nel momento giusto della stagione, sia dal punto di vista della classifica - per una notte Juve agguantata al terzo posto in attesa della sfida di Bergamo di oggi - che del morale in vista del doppio euroderby di Champions. La squadra di Inzaghi completa la doppietta di Milano su Roma e si prende la rivincita - ribaltando anche la differenza reti a suo favore - sull'immeritato ko dell'andata.
Il condottiero nerazzurro può sorridere: la truppa arriva in piena salute all'importante appuntamento europeo, può guardare con ottimismo alla volata finale per la Champions del prossimo anno dalla quale ha di fatto quasi eliminato i giallorossi di Mourinho. Già, l'ex mai dimenticato che ora dovrà probabilmente aggrapparsi all'Europa League per salvare la stagione.
In una gara ruvida, con tanti calci e poco calcio oltre a interruzioni continue e un arbitraggio quello di Maresca insufficiente per la sbagliata gestione dei cartellini, decidono di fatto due episodi: quello che porta al gol Dimarco (già a segno all'andata, ma fu una rete all'epoca inutile) e l'errore di Ibanez che dà strada all'assist di Lautaro per Lukaku. Tre reti di fila il belga non li segnava dalla fine della sua prima avventura interista ed il giocatore di Serie A che ha partecipato attivamente a più gol considerando tutte le competizioni da inizio marzo ad oggi (10, 6 reti e 4 assist), ora si candida per una maglia da titolare con il Milan. Ce ne potrebbe essere un terzo, ma il tiro di Lautaro si stampa sulla traversa e blocca la rincorsa dell'argentino al trono dei bomber, ancora occupato da Osimhen.
La Roma, comunque applaudita dal suo pubblico a fine gara con cori al portoghese che ha ricambiato, era in grande emergenza - Mou ha rispolverato Camara titolare dopo quasi sei mesi -. Spingendo più degli avversari, qualche occasione l'ha anche creata (bravo Onana in due di queste) ma con un Belotti acciaccato a digiuno da oltre un anno in A, con un Dybala a mezzo servizio (24 minuti in campo senza lasciare il segno) e un Abraham - ieri 100 con la Roma come Rui Patricio - che nemmeno da riserva riesce a incidere, difficile poter fare risultato. Mourinho non riesce a inventarsi nulla di particolare non avendo nemmeno giocatori che possono cambiare volto alla sfida. «Vado a casa con orgoglio, abbiamo giocato contro la squadra più in forma in Italia, poi ci sono episodi nella gara di cui, se vorrà, ne parlerà la società. Sono stato toccato sulla mia etica in settimana.
E mi ha attaccato una persona condannata per tre anni nel calcio scommesse (Ulivieri, ndr), felice di questo», dirà il portoghese che sottolinea di essere stanco: la sua permanenza a Roma è sempre più in dubbio. «Vinta una partita difficile, devo fare i complimenti ai ragazzi che dal 1° aprile stanno facendo bene. Ora posso scegliere tra i giocatori, cosa che a gennaio non potevo fare», così nel dopo gara Inzaghi.
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