Jean Todt rivela: ''Schumacher lotta ogni giorno per migliorare''

Il presidente della Fia parla delle condizioni del campione tedesco: ''Spero che prima o poi potremo andare insieme a vedere un Gran Premio''

Jean Todt rivela: ''Schumacher lotta ogni giorno per migliorare''

''Michael lotta ogni giorno per migliorare. Spero che prima o poi potremo andare insieme a vedere un Gran Premio'' sono le parole di Jean Todt che riaccendono la speranza sulle condizioni di salute di Michael Schumacher.

Insieme hanno scritto la storia della Formula Uno, costruendo un'amicizia fraterna, Todt in una lunga intervista al quotidiano La Repubblica ha dichiarato: ''Non c'è nessuna notizia, salvo il fatto che Michael sta lottando per migliorare ogni giorno la situazione. Dobbiamo accompagnarlo in questa lotta, supportare sua moglie Corinna che è una signora fantastica e che si occupa di lui e dei figli. Dobbiamo aiutarli, rispettando al massimo i loro desideri. Ho letto cose incredibili sul suo ricovero e come al solito quelli che sanno non parlano, e quelli che non sanno parlano. Io faccio parte di quelli che fanno".

L'ex boss della Ferrari non nasconde il suo disappunto sulle indiscrezioni trapelate dopo la visita in Francia: "Sono stupefatto che, quando è venuto a Parigi per un controllo in ospedale, della gente che dovrebbe privilegiare il segreto medico abbia parlato. Questo onestamente toglie tutta la fiducia, per me è indegno e spero che troveremo la fonte. C'è poco altro da dire. E' ovvio che tutti intorno dobbiamo aiutarlo e augurarci che ci saranno, diciamo, dei miglioramenti continui". Poi ha spiegato come è il suo rapporto attuale con Michael: "Ho detto la verità, vedo dei gran premi in tv con lui, spero che un giorno potremo andare insieme a un gran premio. Lo seguo come al solito, lui e la sua famiglia, come è sempre stato. Abbiamo un contatto quotidiano e stasera da Parigi andrò a Ginevra e lo vedrò. Lo sappiamo che ha avuto un incidente che ha lasciato delle tracce. E questa è una cosa privata".

Sul clamore mediatico che Schumy ancora suscita tra la gente ha aggiunto: "Normale che sia così, è una leggenda dell'automobilismo.

Non è che sia ingiusto volergli bene e voler sapere di lui, ma tocca alla famiglia decidere quello che vuole o non vuole dire: cerca di proteggerlo e difendere la propria vita privata come Michael ha sempre voluto. La nostra è una continuità di un suo desiderio: non parlava mai di se', non faceva mai vedere le foto dei figli".

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