La Juve, l'avvocato e il "rifiuto". Cosa non torna sul caso Suarez

Ci sono tante piccole cose che non tornano sulla questione Suarez. La procura della Figc ha deciso di aprire un'inchiesta per far luce su questa storia

La Juve, l'avvocato e il "rifiuto". Cosa non torna sul caso Suarez

L'esame per ottenere la cittadinanza italiana sostenuto da Luis Suarez presso l'Università di Perugia sta assumendo dei contorni torbidi e sempre meno chiari. La Guardia di Finanza sta indagando per capire chi siano i reali responsabili di questo esame "accomodato" per usare un eufemismo. Non solo, perché alla luce degli ultimi avvenimenti che hanno visto coinvolta la legale della Juventus Maria Turco la Procura delle Federcalcio ha deciso di aprire un'inchiesta su questa torbida vicenda dell'esame accomodato sostenuto dal calciatore uruguaiano. Il capo della Procura della Federcalcio, Giuseppe Chinè, ha anche richiesto gli atti dell'indagine della magistratura ordinaria di Perugia.

La difesa

Secondo le indiscrezioni ci sono almeno tre telefonate tra il legale della Juventus Maria Turco e il direttore generale dell'università di Perugia Simone Olivieri che hanno messo in risalto come ci fosse una sorta di strategia per permettere a Luis Suarez di superare l'esame B1 di italiano per poi ottenere la cittadinanza per potersi legare ai bianconeri.

Da casa Juventus, però, fanno sapere che nessuno ha organizzato né il viaggio a Perugia di Suarez né tantomeno l'esame dato che il club bianconero aveva di fatto già mollato il giocatore togliendolo dalla lista dei papabili attaccanti per rinforzare la rosa. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, il club bianconero si vorrebbe tutelare in quanto un conto sarebbe chiedere informazioni ad un Ateneo, come fatto dalla società di corso Galileo Ferraris, un altro è quello di pianificare dettagli per far passare l'esame al calciatore uruguaiano.

La ricostruzione della vicenda

Fabio Paratici era stato chiaro domenica sera prima del match contro la Sampdoria informando tutti come di fatto la Juventus avesse già "mollato" l'idea di prendere Suarez. C'è da dire, però, che questa storia legata alle chiamate e alle relative intercettazioni telefoniche sono partite il giorno 25 agosto quando a Barcellona si era scatenato l'inferno. Da quel momento in poi i bianconeri capiscono di avere una chance per portare il Pistolero in Italia e iniziano a prendere contatti con l'entourage anche perché Suarez è extracomunitario e la Juventus non può più tesserare giocatori non comunitari visto che ha già entrambi gli slot occupati dal brasiliano Arthur e dallo statunitense McKennie.

"Sono un paio di anni che abbiamo iniziato l'iter per ottenere il passaporto italiano, ma niente", spiegano dall'entourage del giocatore uruguaiano. La Juventus inizia allora a interessarsi prendendo notizie presso l'Università di Perugia, ovvero una delle tre sedi in Italia che garantisce date prima dell'ambasciata italiana a Madrid e del consolato di Barcellona. Il club bianconero ha bisogno che Suarez ottenga la cittadinanza entro il 5 ottobre giorno della chiusura del calciomercato anche perché dal 6 ottobre avrebbe poi dovuto consegnare le liste definitive per la fase a gironi della Champions League. Capendo l'impossibilità di stare dentro i tempi tecnici la Juventus "molla" il Pistolero e questo fa indignare i tifosi che sognavano già di vedere il tridente Dybala-CR7-Suarez.

Due giorni dopo, però, il 33enne parte da Barcellona per l'Italia e si reca a Perugia per sostenere lo stesso l'esame.

La bufera di ieri ha poi portato nella giornata di oggi all'apertura di un'inchiesta da parte della Procura Federale della Federcalcio su questa torbida vicenda dell'esame "accomodato". I campioni d'Italia da nove anni di fila, però, sembrano sereni perché si ritengono assolutamente estranei ai fatti e non direttamente responsabili.

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