Stai a vedere che a fare un regalo al Milan non sia stato Sant'Ambrogio: il 7 dicembre Pioli incassava l'1-2 dal Liverpool e non riceveva nemmeno un declassamento in Europa League con cui consolarsi. In quei giorni, difficile intuire il disegno più grande, ma il prezzo da pagare all'Europa era già allora qualcosa su cui interrogarsi: vale la pena restare a metà del guado tra coppa e sogno scudetto? A conti fatti, il Milan che punta al tricolore sul petto ha beneficiato dell'uscita anticipata dalle competizioni continentali. Sono stati proprio i turni post Champions a prosciugare i rossoneri di risorse importanti per il campionato anche se i punti mancati sono stati poco meno del 28% di quelli a disposizione. Uno scotto accettabile, soprattutto se relazionato a quello delle rivali di A, con la sponda nerazzurra del Naviglio prosciugata del 30% dei punti che sarebbero potuti arrivare. Ma è nel confronto con la Juventus che il solco si fa più profondo e interroga su dove potrebbero essere i bianconeri se la stessa fase a gironi non avesse eroso il 36% dei punti potenziali in campionato. Considerazioni a cui non si può sottrarre l'Atalanta, quinta in A e ora condizionata dall'impegno parallelo in Europa League, dopo aver smarrito il 33% del bottino potenziale. Tutte annotazioni che possono far felice Spalletti e il suo Napoli, appena eliminato dalla Champions e in condizione di difendere solo l'attuale primo posto in campionato, senza i dazi imposti dall'Europa (-33% dei punti disponibili). A ben vedere, alla vigilia del Vitesse chi deve preoccuparsi è la Roma di Mourinho, che tra turni in preparazione alla Conference League e successivi perde il 55% dei punti che avrebbe potuto conquistare. Anche se il vero tracollo l'ha subito Sarri, che ha salutato a cuor leggero l'Europa League: l'1-2 patito contro il Napoli nell'ultima di A non è un caso.
Dopo le coppe, i biancocelesti hanno conquistato solo il 22% dei punti in palio, per un totale di 6 punti su 10 persi tra quelli a disposizione. Perché nella Schengen del pallone, attraversare le Alpi impone ancora un dazio molto alto al calcio italiano.
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