L'Inghilterra col freno a mano raccoglie un punto contro la Danimarca, che potrebbe virtualmente servirle per passare il turno, ma non basta per convincere chi l'aveva accreditata di grande favorita del torneo, anzi aumenta i dubbi già sorti dopo la vittoria al risparmio della gara di apertura. I danesi, invece, come contro la Slovenia, alla fine raccolgono meno di quello che hanno costruito e con due punti in classifica sono costretti comunque a giocarsi tutto nell'ultima decisiva sfida con la Serbia.
Southgate ripropone l'Inghilterra vista all'esordio proprio con i serbi, e i bianchi ripetono lo stesso copione. Segnano subito (13'), questa volta con l'altro gioiello Kane, e poi tirano i remi in barca. Con gli slavi la carica era durata almeno per quasi tutto il primo tempo, contro la Danimarca invece le pile si esauriscono prima. Di Inghilterra infatti si vede ben poco, a parte il lampo di Kane, nato più che altro da un'intuizione di Walker che sorprende un dormiente Kristiansen sulla destra, e poi crossa per il bomber del Bayern, grazie a anche a un paio di rimpalli fortuiti. I danesi invece macinano calcio ma raccolgono sempre poco, visto che il pari arriva solo per il coraggio di Hjulmand che insacca con una bomba da 28 metri.
L'Inghilterra non accende mai i suoi fenomeni, a partire da Bellingham che fa annotare il primo vero passaggio illuminante solo al 70'. E lo stesso Kane, a parte il gol, si eclissa come contro la Serbia, tanto che Southgate a metà ripresa lo ritira dalla contesa. Si rivede almeno Foden, che continua a giocare a fasi alterne, ma quando si accende va a prendere un palo clamoroso (55').
Così come funziona almeno il binario destro, dove Saka, ma anche Walker, creano gli unici pericoli. Gli stessi che creano Rice e Guehi con qualche distrazione di troppo sull'altro fronte, ma la Danimarca non ne approfitta.
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