Nella passata stagione il Liverpool di Jurgen Klopp stava per compiere un vero e proprio capolavoro. I Reds, infatti, in maniera inaspettata hanno raggiunto la finale di Champions League dove sono però stati battuti dal Real Madrid di Zidane e CR7, oggi alla Juventus, ma soprattutto dalle papere del suo portiere Karius. Che quella di Kiev non fosse serata per il Liverpool lo si era capito da subito quando Salah fu costretto ad uscire dopo essere stato atterrato da Sergio Ramos. Il difensore spagnolo nei giorni a seguire e prima del Mondiale ha ricevuto diverse minacce per questa ragione. A distanza di due mesi Jurgen Klopp è tornato a parlare di quell'episodio ed ha attaccato il giocatore del Real Madrid.
Ecco le parole del tecnico tedesco ai microfoni del quotidiano inglese Telegraph: "Se riguardi quella finale e non sei tifoso del Real Madrid, pensi che il suo sia stato un comportamento spietato e brutale. Se poi metti insieme tutte le situazioni di Sergio Ramos nella finale, e io seguo il calcio da quando ho cinque anni, si notano tantissime cose. Sul fallo a Salah non pensi che lui abbia fatto un contrasto pulito. Il problema è che poi vedi lo stesso arbitro dirigere partite importanti ai Mondiali. E credo che in situazioni simili qualcuno debba essere in grado di giudicare, meglio se arriva il Var, credo che quella sia una situazione da rivedere".
Klopp ha poi affondato il colpo: "Non credo che Momo si sarebbe sempre infortunato in una situazione del genere, stavolta è stato sfortunato e non credo che sia un qualcosa che vedremo di nuovo. Un avversario che va a dare una gomitata al portiere, che abbatte il bomber dell’altra squadra come fosse un wrestler e poi vince la partita. Sergio Ramos ha detto molte cose che non mi sono piaciute. Dal punto di vista personale, la sua reazione non mi ha fatto piacere.
Sembrava dire ehi, che volete, è normale. Nella finale con la Juventus ha causato il rosso a Cuadrado, il colombiano l’ha sfiorato e lui ha fatto una sceneggiata. E nessuno ne ha parlato dopo. Non è giusto, ma non possiamo cambiare le cose".
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