C'è il gusto dell'eccesso in quest'Atalanta che in Germania sa solo emozionare. Come già era accaduto a Leverkusen, agli ottavi di Europa League. Vizio capitale d'ingordigia, nella Lipsia in cui il Faust di Goethe ha venduto la sua anima alla tentazione e al piacere. Gode, Gasperini, con questa sua Dea viziosa nel provarci sempre e comunque. L'andata dei quarti alla Red Bull Arena premia lo spettacolo, ma non fino in fondo il risultato. Anche perché i padroni di casa nei primi 45 fanno meno di quanto temevano i 1700 volati da Orio alla Sassonia. Ma nella ripresa scrivono una storia diversa e contribuiscono a un pari finale colmo d'emozioni e giusto nella forma.
La strada si fa subito in salita quando Palomino si prende un giallo per fallo su Nkunku dopo 3 minuti e rischia il secondo cartellino neanche 60 secondi dopo. Il gioco lo fanno i bergamaschi, che lasciano ai padroni di casa solo l'iniziativa in ripartenza. Un copione studiato, se è vero che alla vigilia Tedesco aveva giocato all'italiana, scegliendo il contropiede anche nelle dichiarazioni e dilatando ai 180 minuti l'importanza del qui e ora. Lo strappo vero lo dà Muriel: al minuto 17 riceve largo a sinistra, taglia in area sfuggendo a Kampl e scarica un destro sul secondo palo che Gulacsi può solo ammirare mentre riempie la rete. Poi Pessina perde palla a metà, il Lipsia riparte con Laimer e dopo un rimpallo l'ex milanista André Silva calcia sul palo. Ma nella città che ha segnato vita e morte di Wagner e Bach, lo spartito non cambia e Pasalic, servito da Freuler, brucia Orban e a due passi calcia sul palo protetto da Gulacsi.
A campi invertiti, Demiral stende Nkunku in area: André Silvia dal dischetto apre il destro, Musso a mano aperta respinge (terzo rigore sventato in stagione in 3 competizioni diverse) e si replica sulla ribattuta di Orban, scattando sul secondo palo. Neanche il tempo di gioire e da un cross dalla sinistra Zappacosta tenta l'anticipo sullo stesso Orban e batte Musso. I cambi mutano il ritmo: Scalvini, all'esordio europeo, raccoglie la sponda del rientrante Zapata e da due passi spara alle stelle. I nerazzurri non sono sazi e Koopmeiners pochi secondi dopo calcia un sinistro che incoccia sul palo, sbatte su Gulacsi e termina fuori. A 9' dal termine, spazi larghi e traversoni dalla trequarti, con Szoboszlai che di testa centra la traversa e pareggia il conto dei legni. Ancora Szoboszlai al 90' in contropiede fa volare Musso a pugni chiusi e pochi secondi dopo, su corner, Mukiele in mischia va di nuovo vicino al gol ma Demiral salva sulla linea. Secondo tempo da sturm und drang, tempesta e impeto.
E al triplice fischio il ciuffo imbiancato di Gasperini assomiglia tanto a quello del viandante di Friedrich che guarda verso l'infinito. O quantomeno verso Sassuolo, avversario di domenica pomeriggio. E al ritorno di giovedì prossimo.
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