Se mai Leo Messi lascerà davvero il Barcellona, non è l'Inter la squadra favorita per ingaggiarlo. E questo nonostante il primo procuratore del fenomeno argentino, Josep Maria Minguella si dica sicuro che Messi giocherà proprio in nerazzurro, «perché in Italia si pagano meno tasse e finirà com'è finita per Ronaldo alla Juventus». Sarà, però non è di Messi che Conte e Marotta (con Ausilio) hanno parlato ieri mattina, nel day after della grande intesa di Villa Bellini.
Voltata pagina, si guarda finalmente alla nuova stagione, per gran parte delle avversarie già cominciata, per l'Inter ancora un'ipotesi: raduno non prima del week-end del 5/6 settembre, per concedere al gruppo il minimo (peraltro non sindacale) dei 15 giorni di riposo. Scontata la richiesta di rinvio della prima giornata di campionato (19/20 settembre), che invece non dovrebbe essere chiesto per la seconda: il rischio sarebbe quello di avere da ottobre in avanti un sovraffollamento di partite complicato da gestire.
Conte e i dirigenti operativi si sono visti in sede, di prima mattina. Poi nel pomeriggio il tecnico ha raggiunto nuovamente la famiglia, nel Savonese. Nei prossimi giorni lo aspettano nel suo Salento. A un certo punto anche Zhang è entrato in riunione, per un saluto e non per verificare che tutto filasse liscio. Sotterrata l'ascia di guerra, l'Inter al momento lavora nella ritrovata armonia. E di lavoro ce n'è molto. Sarà un mercato di idee, il Covid ha lasciato il segno anche sui bilanci. Ecco perché sembra impossibile parlare di Messi («è solo fantacalcio e quando c'è fantacalcio infilate dentro sempre l'Inter», ammoniva Conte già a fine luglio). Eppure sarà un mercato che cambierà l'Inter, portando quel carico di esperienza e carisma che Conte reclamava già la scorsa estate.
Partirà qualcuno. Conte ha ribadito che di Skriniar e Brozovic, ma anche di Martinez può fare a meno, se queste cessioni serviranno a finanziare gli acquisti che ha indicato: Kanté è il primo della lista, ma anche il più caro. Poi ci sono il terzino Emerson Palmieri e l'altro centrocampista Ndombele, quest'anno deludente al Tottenham. Del Barcellona interessa il solito Vidal, ma la novità è l'ultimo bocciato Suarez, piuttosto di Dzeko, grande rimpianto della scorsa estate (come sarebbe andata la stagione se l'Inter avesse speso i 20 milioni che chiedeva la Roma? Risposta troppo facile). Ufficiali i riscatti di Sensi e Barella, e sono altri 50 milioni. Nel pomeriggio, Marotta ha poi incontrato la Fiorentina chiedendo il rinnovo del doppio prestito Biraghi-Dalbert, ma pare che del brasiliano di Francia a Firenze ne abbiano avuto abbastanza così. Per trattenere Biraghi si cercherà un'altra soluzione.
Conte i dirigenti hanno poi parlato della questione Eriksen, l'uomo che ha conquistato la Scala (foto di presentazione nel teatro dei teatri) ma non San Siro e soprattutto non i gusti dell'allenatore. Il danese aveva molti estimatori se fosse arrivato a scadenza di contratto, addirittura Real Madrid e PSG.
L'Inter ha battuto la concorrenza, pagando al Tottenham 20 milioni per 6 mesi di contratto, economicamente una follia. Se qualcuno si farà avanti (Eriksen guadagna oltre 7 milioni netti fino al 2024), l'Inter tratterà volentieri: il danese è in vendita.
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