La 64esima edizione della Libertadores se la giocano questa sera Boca e Fluminense, Maracana di Rio esaurito ma non più i 200mila di un tempo, al Mondiale è stato ridotto a 80mila. Variante dell'eterno Argentina-Brasile con i Xeneises già 6 volte campioni del Sudamerica anche se questo Boca è lontanissimo dai suoi anni migliori, i talenti gli scappano in Europa, lì un ingaggio medio non supera i 300mila euro a stagione che comunque da quelle parti sono soldi. Quest'anno il campionato l'ha vinto il River e loro a fare un tifo spietato proprio per la Fluminense che lo ha eliminato dalla Libertadores, unica soddisfazione della stagione con una finale raggiunta senza vincere neppure una partita dopo una prima fase a gruppi contro squadre di quarta schiera, Monagas, Deportivo Pereira, forse il Colo Colo, poi solo pareggi alla Bombonera e in trasferta, vinte ai rigori con un sorprendente Sergio German Romero, ex Samp e Venezia che negli ottavi, quarti e semifinale è stato battuto solo quattro volte su dodici dal dischetto contro Nacional, Racing de Avellaneda e Palmeiras. Romero, 36 anni e anche sei stagioni allo United, non è il più anziano della sfida battezzata in Sudamerica la Taca de velho, la coppa dei vecchi, giusto per mettere un timbro su questa finale e un calcio sudamericano decisamente decadente. Centravanti dei Xeneises è Edinson Cavani, 36 anni, anche se il vero goleador della squadra è il peruviano Luis Advincula, 33 anni, un esterno destro di difesa. Quello della Fluminense invece è un certo German Cano, 35 anni, per altro argentino, un brav'uomo che ai tempi vendeva scarpe e oggi ha portato la Flu in finale. Non solo loro, nella formazione anticipata dal tecnico Fernando Diniz la Fluminense schiera anche Marcelo Vieira da Silva, 36 anni, ex Madrid e Felipe Melo, quarant'anni, nove da noi fra Fiorentina, Juventus e Inter, nel Boca c'è Facundo Roncaglia, 36 anni e due in A con Fiorentina e Genoa. Nessun problema, in Sudamerica il calcio rimane sempre bailado a ritmi bassi e gente come Matheus Martinelli, 22 anni, nella Fluminense non trova spazio, ogni tanto va dentro ma poca roba eppure è considerato un talento. Da quelle parti i fenomeni comunque continuano a crescere e come li fiutano prendono il volo per l'Europa come Endrick Felipe Moreira de Souza, appena diciassettenne, uno che dribbla col ginocchio, già preso dal Madrid per 60 milioni e lasciato ancora una stagione nel Palmeiras, ma questa è un'altra storia.
Più complicato il cammino della Fluminense che ha dovuto far fuori River e Argentinos Juniors con una complicatissima semifinale contro l'Internacional superata grazie a un 2-1 a Porto Alegre in un clima infuocato.
Quel clima che invocava con giudizio Juan Josè Russo, el asesor permanente, che nel 1960 battezza la prima edizione della Libertadores confessando il suo timore a pesar de los muchos dolores de cabeza que trae el futbol per la passion che genera. Questo è rimasto e stasera ce ne sarà la conferma.Tv: Sportitalia ore 21
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