Ligety gigante dei mondiali Moelgg, un bronzo pesante

Ligety gigante dei mondiali Moelgg, un bronzo pesante

SchladmingLe notizie di giornata, ieri, sono state tre. La prima: Ted Ligety è il superuomo dei mondiali; la seconda: Marcel Hirscher è un grande uomo; la terza: Manfred Moelgg è il numero 1 degli umani. Spiego meglio: con l'oro di ieri in gigante, il terzo dopo quelli in superG e supercombinata, Ted ha eguagliato miti del passato come Sailer e Killy, campionissimi quando lo sci era però uno sport quasi amatoriale, con meno concorrenza e meno interessi economici. Quanto a Hirscher, è un superuomo non solo perché prima di affrontare i giornalisti ha regalato i fiori della premiazione alla splendida fidanzata con un bacio sulla bocca, ma anche perché, dichiarando di non aver dormito la notte di vigilia, ha mostrato senza pudore il punto debole di un atleta che sembrava non averne. Moelgg infine: come previsto, nel gigante ieri si lottava per il terzo posto. E a prenderselo, con soli 4/100 di vantaggio su Svindal, è stato proprio lui, il trentenne di San Vigilio di Marebbe che un anno fa sembrava un atleta finito e che invece ha saputo risorgere per tornare più forte di prima, portando all'Italia una medaglia che in gigante mancava da 17 anni.
Fra l'altro, il bronzo di ieri unito alle due medaglie vinte in slalom nel 2007, argento, e nel 2011, ancora bronzo, accomunano Moelgg a Zeno Colò, Gustav Thoeni, Piero Gros e Alberto Tomba, unici italiani sul podio mondiale sia in slalom che in gigante. «Grazie, me lo dite voi, ma me lo ha ricordato anche Claudio Ravetto (dt azzurro, ndr) in partenza, io non so tanto di storia e di statistiche, quello che so è che oggi ho vinto una medaglia pesante, importantissima per la squadra, e l'ho vinta nonostante due errori gravi. So anche che ciò mi dà una carica pazzesca per lo slalom, nel quale mi sento molto più forte. Perché se in gigante Ligety e Hirscher sono di un altro pianeta, in slalom credo che saranno gli altri a doversi superare per battere me». Bum! Che succede? Moelgg si è montato la testa? «Macché, dico solo che scierò sulla mia pista preferita, quella del mio primo podio in coppa nove anni fa, quella su cui ho raccolto ogni risultato, ma non la vittoria. Ecco cosa andrò a cercarmi domenica».
Siamo già oltre dunque, per la serie la vita continua, ma rifacciamo un passo indietro, no? «Ho buttato il cuore in pista, nella seconda manche sapevo che l'errore mi era costato carissimo e che eravamo in tanti, molto vicini, a giocarci la medaglia, così nel muro finale ho rischiato tutto. Ho avuto anche fortuna, 4/100 su Svindal sono un soffio, ma dopo quattro quarti posti in stagione non mi sembra di aver rubato nulla, anzi».
Proprio così. E il cuore in pista lo ha buttato anche Hirscher, caricato di un peso che lui ha valutato in 300 chili, «quelli che mi sono tolto dalle spalle con questo argento, una medaglia che secondo tutti ero obbligato a vincere. Lo sci in Austria è come il calcio in Italia, è lo sport nazionale, e in questi giorni mi è stata messa addosso una pressione quasi insopportabile.

Oggi ho perso da Ted, il più forte, come posso arrabbiarmi? Ho al collo la prima medaglia individuale della mia carriera, adesso correrò lo slalom per divertirmi, il mio dovere l'ho fatto». Basterà al popolo biancorosso? All'Italia per ora bastano le tre medaglie vinte, anche se manca proprio quella più brillante e visto che la fame vien mangiando…

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