L'Inter resta in scia

I Nerazzurri rispondono al Napoli e tornano a -4. Tutto facile con l'uomo in più dopo mezz'ora. Tris con la doppietta di Frattesi e il gol di Lautaro

L'Inter resta in scia
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L'Inter sbanca Empoli e rimette il Napoli nel mirino: fra due partite s'incroceranno a San Siro e passando l'una dal Venezia e l'altro dall'Atalanta il 10 novembre le distanze potrebbero anche non essere quelle di oggi. Come già Conte due settimane fa, anche Inzaghi fatica per un tempo abbondante contro l'Empoli, che si conferma squadra ostica, ma incapace di segnare in casa (zero gol in 5 partite) e subisce 3 gol tutti insieme, dopo averne presi solo 6 nelle prime 9 partite. Doppio Frattesi e finalmente Lautaro, lasciato da Inzaghi in campo proprio perché segnasse il 134esimo gol con la maglia nerazzurra, migliore fra tutti gli stranieri. Generoso anche Barella, che pur potendo calciare a botta quasi sicura ha ceduto l'onore al suo capitano.

Al Napoli è servito un rigore per espugnare lo stadio Castellani, all'Inter dà una grossa mano giocare (come già col Torino) per un'ora in 11 contro 10. Perché il Var toglie e dà: scova dopo 19 minuti un furbo tocco con la mano di Darmian (gol annullato) e allinea al regolamento (da giallo a rosso) una pedata più colposa che cattiva di Goglichidze sulla tibia di Thuram. Empoli in 10 dalla mezz'ora del primo tempo, ma quello che è un vantaggio certificato dall'evidenza dei numeri si traduce nell'arroccamento di D'Aversa davanti all'area di rigore. Nei fatti, due occasioni prima dell'espulsione (bravissimo il portiere Vasquez) e una sola prima dell'intervallo (sciagurato colpo di testa di Lautaro su calcio d'angolo).

D'Aversa parte a specchio sul modulo di Inzaghi, quando resta in 10 passa a 4 in difesa, abbassando prima Gyasi e poi inserendo De Sciglio (8' giocati prima dell'Inter) al posto del secondo attaccante Solbakken. Generosa partita di Colombo, uno che a 22 anni è ancora in tempo per fare un'ottima carriera. Aspettando Calhanoglu, Barella fa di nuovo il regista. Inter a marce basse per tutto il primo tempo, giusto qualche cambio campo di Dimarco e un paio di sventagliate di Barella. Inzaghi e bravo e la sua squadra furba a non correre dietro all'orologio. Un'ora con un uomo di vantaggio è tanta roba, non serve approfittarne subito.

Decide Frattesi, che prima la sblocca col sinistro avvelenato dal tocco involontario di Fazzini e poi la chiude col destro, chiudendo un'azione da vecchia Inter: Barella-Lautaro-Frattesi, tre colpi per un gol.

Inzaghi risparmia uno scorcio di partita a chi ha giocato di più (Dimarco, Miki, Bastoni e Thuram) ridisegna ruoli e posizioni e alla fine concede anche la prima passerella al giovane Palacios.

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