L'Inter scappa col rosso

Avanti di due gol i nerazzurri soffrono nel finale e si aggrappano alle parate di Sommer per evitare la clamorosa rimonta. Inzaghi nervoso si fa espellere

L'Inter scappa col rosso
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L'impressione è che sia stata l'Inter a complicarsi la serata, non tornando mentalmente in campo dopo avere largamente dominato il primo tempo. E se così fosse, non sarebbe nemmeno tanto grave, proprio perché sarebbe un problema facilmente rimediabile. Lo stesso Inzaghi ha dato un segnale chiaro in avvio di secondo tempo: incalza il derby, aprile sarà un mese denso e intenso, perciò fa subito 4 cambi ché tanto la partita è vinta. «Erano cambi forzati», spiega lui a partita vinta e paura passata.

E così l'Udinese che nulla aveva fatto fino all'intervallo, segna un gol improbabile da 25 metri col suo giocatore fin lì peggiore (Solet) e torna con prepotenza dentro la partita. Servono due paratone di Sommer per evitare la beffa del pareggio. «Dopo il loro gol abbiamo giocato male, sbagliato troppo», ammette Inzaghi.

Se invece il calo della seconda Inter fosse fisico, allora sì che ci sarebbe di che preoccuparsi, perché quello che della prima Inter più era piaciuto, era proprio la condizione, per un tempo tornata decisamente quella che servirebbe, servirà, nel lungo sprint finale che attende i nerazzurri. Una partenza a mille all'ora, con 3 occasioni in 8 minuti e i 2 gol di Arnautovic e Frattesi dentro la mezz'ora. Tutto troppo facile, un po' come la Germania contro l'Italia, chissà se è d'accordo anche Spalletti, curioso spettatore dalla tribuna di San Siro.

Col rientro di Dimarco e la contemporanea assenza di Dumfries, il lato forte di Inzaghi torna a essere quello sinistro, dove giganteggia di nuovo anche Mkhitaryan, rifiorito in primavera dopo l'inverno a motore ingolfato. L'armeno dà palloni importanti e si integra con Calhanoglu come nei giorni migliori dell'Inter. Nel primo tempo, l'Inter è davvero uno spettacolo: aggredisce e riparte, attacca l'area con più giocatori di quanti l'Udinese la difenda. I gol sono naturali conseguenze delle occasioni, uno più bello dell'altro.

Runjaic fa la mossa giusta all'intervallo, fuori Lovric, ma soprattutto dentro Bravo, che va in appoggio a Lucca, fin lì senza mai un pallone buono da giocare. L'Udinese alza il baricentro e approfitta del calo nerazzurro. Fisico o mentale lo dirà il tempo, non c'è nemmeno troppo da aspettare, visto il mese che attende l'Inter. La prima Inter entrerebbe da favorita in tutte le prossime partite, Champions compresa.

La seconda rischierebbe molto e sempre, e per domenica a Parma perde Inzaghi, prima ammonito e poi addirittura espulso («giusto così, mi sono arrabbiato per un fallo su Correa, ma ho sbagliato, è l'adrenalina»), e soprattutto Barella, passato dallo stato di diffidato a squalificato per l'ammonizione che nel convulso finale gli serve per bloccare il pericoloso contropiede di Pajero (che se avesse fatto lo stesso in precedenza su Solet, forse non sarebbe successo niente altro).

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