Benny Casadei Lucchi
nostro inviato a Rio de Janeiro
Come nella più prestigiosa e inaccessibile gioielleria di via Montenapoleone. Come se un impiegato distinto dicesse «un momento che lo andiamo a prendere». Come se poi aprisse con cura la cassaforte prelevando, con la delicatezza che si riserva a diamanti e ostie, un gioiello di valore inestimabile rimasto al sicuro. E lo porgesse. A tutti noi. All'Italia. Mostrandolo al mondo che vorrebbe indossarlo ma non può. Perché è nostro quel gioiello.
È il giorno di Gregorio Paltrinieri. L'Italnuoto oggi toglierà Greg dalla cassaforte in cui l'aveva fin qui protetto. La nostra medaglia più attesa, il nostro molte cose che per ovvi motivi di scaramanzia non si possono dire. Il campione del mondo dei 1500 stile scenderà in vasca stasera alle 20,10 ora italiana. È rimasto fin qui al sicuro, lontano da tentazioni e e stampa, controllato a vista dal suo tecnico, il Moro, Stefano Morini. «Per non farli distrarre, piuttosto me li porto tutti e due in camera» aveva dichiarato il tecnico livornese dopo la medaglia di bronzo conquistata dall'altro suo pupillo, per di più nipote, Gabriele Detti. E anche Gabry sarà in vasca oggi, una batteria prima di Greg, la quinta. Con lui il misterioso cinese Sun Yang, argento nei 400 e oro nei 200 stile. Il cinese sembrava aver rinunciato all'idea di difendere il titolo conquistato a Londra per di più con record mondiale annesso (14'31''02). Invece eccolo qui. Nonostante la figura di palta fatta ai mondiali di Kazan quando non si presentò in finale e «mi lasciò senza riferimenti, mi sentii spaesato, senza più alibi» ci ha raccontato di recente Gregorio. «Perché con lui dentro avrei potuto dire che vabbè, ero stato battuto dal campione olimpico e primatista mondiale...».
L'ha accontentato, Sun Yang. Sarà in acqua. Alla finale di domenica passano i primi 8 migliori tempi delle sei batterie. Greg se la dovrà vedere con l'americano Connor Jaeger, quest'anno quarto crono stagionale (14'47''61), ma soprattutto l'uomo che «quando a Kazan l'assenza di Sun mi sballò la gara, mentre tutti tentavano l'impresa della vita, mi diede più filo da torcere ha ricordato l'azzurro. E adesso che il cinese è della partita, Paltrinieri sa quel che dovrà fare. Fermo restando che Sun può scombinare ogni tipo di previsione. A cominciare da non presentarsi poi al via. Si vedrà.
Quel che conviene vedere subito è invece la hit dei tempi stagionali. La guida Gregorio, 14'34''04, tre secondi lo separano dal primato del cinese che alla vigilia dei 400 stile era finito nel mirino degli altri atleti come ex dopato. Io non ti stringo la mano gli aveva risposto Mack Horton, perchè sei un ex dopato e non ho rispetto di gente così». E Mack, tra l'altro molto amico di Gregorio, sarà nella quinta batteria proprio con Sun e pure con il vero grande amico di Paltrinieri: Detti. Che si troverà quindi tutti i migliori con lui.
«Sì, quella fra me e Gabry è amicizia vera. Siamo rivali solo quando nuotiamo insieme», ricordava poche settimane fa. «Io ho persino dovuto cambiargli il tipo di allenamento nell'ultima fase di avvicinamento ai Giochi - confermava Morini - altrimenti avrebbero continuato a sfidarsi...». Però fuori, nei lunghi mesi trascorsi nel centro federale a Ostia, l'amicizia è diventata fraterna. «Io voglio solo il bene per Gabriele. Appena posso vado a vedere le sue gare e mi rendo proprio conto di tifare in un'altra maniera rispetto a quando gareggiano compagni o compagne. E sono felice che ora si stia togliendo tutte queste soddisfazioni nelle distanze più corte... Gliel'ho sempre detto che facevano per lui.
Eravamo poco più che bambini quando abbiamo deciso di allenarci insieme a Ostia: Dai andiamo che magari non diventeremo mai dei Rosolino, però chissà...».Però chissà. Sedici anni dopo Max a Sidney, oggi i due amici fraterni cercheranno di darsi la prima risposta. L'ultima. La più importante. Domenica.
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