Ancora una volta, come nelle precedenti Finals di Nations League, è buona la seconda. L'Italia si porta a casa, con quel briciolo di energia psicofisica rimasta, una vittoria di consolazione in un torneo che chiudiamo al terzo posto come nel 2021. La Nazionale riveduta e corretta da Mancini rispetto alla Spagna, con un Chiesa ritrovato e alcune conferme (Frattesi e Dimarco su tutti) conquista un successo che attesta l'importanza del rinnovamento, già iniziato, nella truppa azzurra.
Il doloroso (e meritato secondo Mancini) ko con la Spagna aveva fatto soffiare sull'azzurro un venticello di depressione, subito smorzato dal ct, da Bonucci e persino da Donnarumma. Il portiere, prima della sfida di ieri con l'Olanda, si è affrettato a precisare che la sua frase «non ci divertiamo più come prima» era stata strumentalizzata. Chiaro che lui e Mancini si siano chiariti per sgomberare le ombre piovute per l'ennesimo passo falso degli azzurri.
Mancini indovina quasi tutto nella preparazione della gara con gli olandesi: riecco il 4-3-3, marchio di fabbrica della sua truppa, con interpreti diversi (nel primo tempo attacco più leggero con Raspadori e Gnonto, nel secondo più fisico con Zaniolo e Chiesa) e quando c'è da difendere l'intelaiatura della squadra resiste nonostante la stanchezza evidente di molti azzurri dopo una stagione estenuante. In questo senso il simbolo del tentativo di rinascita è l'interista Dimarco, alla 54ª partita stagionale e MVP della partita con un primo tempo monstre (e un bel gol) e un secondo fatto di sacrificio ma chiuso in anticipo per assenza di benzina.
Il gioco essenziale e veloce della prima mezz'ora ci riporta indietro a due anni fa. Anche senza Jorginho a scambiarsi la regia con Verratti, il centrocampo gira a meraviglia. Frattesi è un patrimonio prezioso con i suoi inserimenti e finalmente c'è il suo gol dopo quello annullato contro la Spagna, Cristante ha il merito di giocare in maniera semplice, il giocatore del Psg vuole dimostrare che il suo addio alla Nazionale è ancora lontano. L'uno-due azzurro in 20' porta anche la firma (con le sue imbucate) del 57° esordiente dell'era Mancini, ovvero quel Buongiorno che debutta con personalità e senso della posizione. «È stato bravo, nel Torino non è abituato a giocare a 4 ma si è battuto bene», così Mancini.
L'Olanda iperoffensiva del secondo tempo mette in crisi gli azzurri, mentre Retegui fatica con l'esperto Van Dijk che gli prende subito le misure. A differenza della gara con gli spagnoli, Mancini azzecca i cambi e in particolare quello di Chiesa che nel momento più complicato (Bergwijn aveva appena accorciato le distanze) chiude in maniera vincente una ripartenza micidiale. Per lo juventino rete in azzurro dopo due anni e un elemento ritrovato alla causa.
Il gol di Wijnaldum ci regala un affanno logico viste le energie ormai al lumicino, ma reggiamo alla grande nonostante i dieci minuti di recupero (saranno 17 totali). Da settembre, nella corsa a Euro 2024, si ripartirà dal 4-3-3 e dai nostri giovani, compresi quelli (Tonali e Scalvini tra gli altri) che da giovedì saranno protagonisti della rassegna continentale con l'Under 21.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.