Quanto misura un centesimo? 29 centimetri. Quelli in atterraggio da un salto che proietta Federica più avanti. Oppure la sensazione di una spalla fuori posto che frena Sofia nell'ultima spinta. Vale, però, soprattutto la rabbia di due campionesse che, dopo il giro a vuoto dell'ultima gara a Plan De Corones, martedì scorso, sono tornate non solo giganti, come non erano riuscite ad essere sulla pista Erta, ma libere come sulla leggendaria discesa di Kandahar a Garmisch Partenkirchen. E ieri, nella discesa, ai piedi dello Zugspitze, hanno centrato una doppietta che è anche una vittoria doppia, in condominio e sulla storia. Federica Brignone vince e precede Sofia Goggia di quel soffio che per l'Italia è una prima volta. Mai successo nemmeno fra gli azzurri. Tantomeno in discesa. Fra di loro, invece, era già successo, ma in superG a Sankt Moritz e a ranghi invertiti con Goggia su Brignone. Era il 2019 e quell'anno, che sarebbe culminato nella pandemia, Brignone si sarebbe presa la coppa generale. La stessa overall che sta dominando anche ora, con la sua vittoria numero 32, quinto sigillo in stagione, il secondo in discesa perché quest'anno la carabiniera di La Salle ha rotto anche questo tabù che ieri le ha permesso di tenersi dietro non una ma due campionesse olimpiche di discesa: oltre a Goggia, oro nel 2018, terza ha chiuso Corinne Suter (19/100), oro nel 2022. Difficile pensare che Brignone ormai non sia anche una discesista e guai a ricordarle che ormai la sua miglior stagione, quella dello scorso anno con 6 vittorie e 7 podi, sembra superata: «Garmisch è la mia pista del cuore: qui ragazzina ho vinto la prima medaglia». Era in gigante, era il 2011, fu dargento.
Sofia Goggia ha una storia diversa: anche lei è innamorata di questo tracciato che dal regno dei cieli, precipita nella Hoelle, l'inferno con un gradiente da brividi. Anche qui in curriculum ha uno degli infortuni più assurdi: rientrando a valle dopo l'annullamento di una gara. Ieri le è accaduta una cosa pazzesca: «D'inverno mi accade di perdere muscolo sulle braccia: si fanno meno pesi. Ad un certo punto ho sentito la spalla dislocarsi. Mi è già accaduto, ma non ho più spinto», In realtà le sue pieghe erano equilibrismi mozzafiato che le valgono fiducia e il podio numero 59. Un centesimo, a poche settimane dai Mondiali, o a poche ore dal superg di oggi (Dirette Rai Due ed Eurosport alle 11).
C'è un esperto di centesimi, pazienza e poche parole: «Fu l'unico giorno in cui fui contento di essere arrivato secondo», commenta Gustav Thoeni, ricordando quel 18 gennaio di esattamente 50 anni fa a Kitz. Chiuse dietro a kaiser Franz Klammer che gli disse: «Io ho vinto ma tu hai trionfato». Quel centesimo, negli annali è stato limato a 3 millesimi, ma la storia ha bisogno di grandi sciatori e sciatrici più che di numeri.
E noi li abbiamo entrambi. Oggi dopo la Streif con due canadesi sul podio: Crawford primo, Alexander, terzo (22/100) ad incorniciare lo svizzero Monney (8/100), con 4 azzurri in top 20, ci sarà lo slalom (Dirette Tv 10.15 e 13.15).
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