Il malessere del Dottore: lento e in crisi di identità

Rossi rimane sempre lontano dai migliori e a oltre un secondo dalla testa. Anche la Ducati non ufficiale fa meglio di lui. Il rilancio deve aspettare

Il malessere del Dottore: lento e in crisi di identità

I primi tè nel deserto sono pie­ni di dubbi per la Ducati e per Va­lentino Rossi. Una due giorni con tre prove libere che promette nul­la di buono per la rossa su due ruo­te in vista del primo gran premio della MotoGp di domani. In Qa­tar il Dottore naviga a vista tra brutte sensazioni e scarso entu­siasmo.

Non potrebbe essere altri­menti quando il compagno di squadra, all’anagrafe Hayden, ti finisce davanti tre volte su tre e il collega del team satellite, alias Barbera, ti rifila distacchi consi­derevoli. Certo bisogna specifica­re che Rossi avrebbe lavorato so­lo in ottica gara, ha cercato corre­zioni qua e là cambiando anche le molle delle sospensioni anteriori per risolvere i cronici problemi al «davanti»: dall’anno scorso nulla sembra cambiato. E non è un buon segnale.
Però, c’è sempre un però. Per­ché tutti si aspettano che Valenti­no abbia nel polso quei 2-3 deci­mi di vantaggio. E invece in que­sto momento non sembrano ve­dersi.

I critici nelle scorse settim­a­ne hanno messo in dubbio che ab­bia ancora fame, che abbia anco­ra il colpo del campione in canna.
Stoner, che ha già tolto i poster in camera di Rossi definendolo un «ex mito», già punge ipotizzando che i problemi della Ducati possa­no essere riconducibili al pilota «che non spinge abbastanza o
 non ha la confidenza con la mo­to ». Addirittura Jeremy Burgess, capotecnico, aveva allarmato tut­ti dicendo che «non è peggiorato come pilota, ma forse i suoi sensi si sono intorpiditi dopo tanti pic­coli fallimenti ». O forse anche per quei 33 anni che inizierebbero a farsi sentire. Ma uno che è andato forte su qualsiasi moto sia salito,che è riuscito a trovare sempre la soluzione migliore non può di col­po aver perso la bussola.

Resta il fatto che questo primo scorcio di weekend non è il modo migliore per iniziare la stagione del rilancio dopo un anno di ap­prendistato e delusioni sulla Du­cati. Valentino è rimasto costante­mente lontano dai migliori sem­pre con oltre un secondo di ritar­do. Invece ieri Barbera con la De­s­mosedici del team satellite addi­rittura si è piazzato a pochi deci­mi dalla coppia regina Stoner- Lo­renzo e stabilito il record di veloci­tà della MotoGp: 339 chilometri orari. E non a caso dal team Rossi si sarebbero catapultati nel box della Pramac per capire quale ti­po di lavoro sia stato fatto sulla moto dello spagnolo. La prova di Barbera potrebbe essere di buon auspicio in vista della qualifica di oggi perché vorrebbe dire poter essere almeno subito dietro ai mi­gliori.

Una prima verità su Rossi la re­galerà proprio la sessione di que­sta sera che vale la pole. Con ogni probabilità se la giocheranno il campione del mondo in carica, Stoner, e Lorenzo. Il «canguro» è sempre stato davanti ma nel fina­le della terza prova è stato beffato dallo spagnolo anche perché osta­colato nel suo ultimo giro. Giorna­ta a corrente alternata in casa Honda con i tecnici che hanno la­vorato tantissimo sui freni a con­ferma dei problemi di chattering in staccata. Difficoltà ribadite dal­la prima scivolata stagionale di Pedrosa. Si fa preferire la Yamaha che oltre a Lorenzo vola anche grazie alle moto non ufficiali di Crutchlow e Dovizioso. «Il pac­chetto di base è buono. Sto miglio­rando gradualmente. Questa mo­t­o va guidata con maggiore morbi­dezza.
Vedremo in gara», ha det­to l’azzurro.

Tutta gente che con ogni proba­bilità oggi starà davanti Valenti­no che si ritrova già spalle al mu­ro.

Il dottore non può iniziare la stagione vedendo i tubi di scarico del compagno di squadra e del collega del team satellite come ha fatto in questi due giorni. Finora è mancato il guizzo da nove volte campione del mondo. La speran­za è che l’abbia tenuto per pole e gara e «risorgere» sulla pista di Lo­sail a Pasqua. 

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