L'anno orribile dell'umanità è stato l'anno della lenta, decisa risalita del calcio azzurro. Con Roberto Mancini ct ha cestinato la vecchia etichetta (difesa e contropiede), riparato parzialmente alla catastrofe del mondiale russo perso e ripescato nel pozzo italiano un bel numero di giovani talenti. «La partita di Amsterdam contro l'Olanda è stata quella della svolta» la prima indicazione del ct, raggiunto in quella occasione, dai complimenti dei padroni di casa, mai molto teneri con il calcio di casa nostra. Fu in quella notte che ammirammo la stoffa di Locatelli. «È la sorpresa dell'anno e da allora sta giocando sempre meglio» la promozione con lode di Mancini a uno dei futuri pilastri di euro 2021. E poiché è il caso di preparare subito quell'appuntamento, dal ct arriva anche una proposta che Gravina e qualche altro esperto dirigente europeo possono portare sul tavolo di Ceferin, presidente dell'Uefa.
«Per la prima volta passeremo dalle 3 sostituzioni alle 5, dettate dall'emergenza Covid oltre che da una stagione intasata di impegni. Sarebbe perciò una buona idea ampliare la rosa dei convocati passando dai tradizionali 23 elementi a 26-27. Tra l'altro renderebbe meno complicato il lavoro di selezione», la spiegazione didascalica. Con una postilla dedicata ai rapporti con i club, un tempo, con altri predecessori, tempestosi. «Ho lavorato in modo tale da non disturbare il lavoro dei colleghi, ho tutelato spesso i calciatori risparmiando loro qualche gara» la sua segnalazione.
Richiusa la parentesi sulla noiosa questione del contratto da rinnovare (scadenza nel 2022: «Non c'è nessun problema» la garanzia dell'interessato), si può aprire invece il capitolo del campionato nuovo, diverso, molto diverso da quelli precedenti e non solo per l'attuale gruppo di testa. «Le maggiori novità sono arrivate da squadre come Sassuolo, Verona e Spezia che giocano un gran bel calcio senza avere né pressioni né responsabilità» è il parere di Mancini disposto a spendere persino un aggettivo, avvincente per il torneo del tampone che ha cambiato, per ora, padrone. «Il Milan merita di stare in testa, la Juve resta la più forte, l'Inter è allo stesso livello» la sua sintesi che probabilmente fotografa gli ultimi sviluppi. Così come è pronto a fornire l'identità di due altri due probabili profili azzurri da seguire nei prossimi mesi. «Seguivo Scamacca già ai tempi dell'under 19 e dell'Ascoli, l'altro è Lovato del Verona» il pronostico. Che si replica con il focus sugli attaccanti, da sempre il nervo scoperto della sua Italia. «Immobile sta facendo cose incredibili, spero mantenga qualche gol per l'europeo. Deve stare tranquillo: arriveranno anche i gol in azzurro.
Belotti lotta col Toro e sta giocando bene» lo stato dell'arte prima di chiudere con i grandi assenti del 2020. «Più facile il recupero di Chiellini rispetto a Zaniolo perché si tratta di un acciacco muscolare. Aspetto anche Sensi che ha già dato tanto in fatto di infortuni», la chiusura.
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