"Laurea in economia con specializzazione in statistica, dovevo andare alla Doxa. Papà me disse: "Ma 'ndo vai, alla Rai so' tutti raccomandati". Mi hanno preso perché ero campione sportivo. Portavo le notizie alla redazione sportiva del giornale radio". Giampiero Galeazzi, all'alba dei suoi 70 anni e con un libro "L' inviato non nasce per caso" appena uscito, racconta a Libero gli inizi e alcuni aneddoti della sua folle vita.
"Il gotha. Ciotti, Ameri, Moretti. Per lavorare con loro prendevo du' lire, invece d' anda' al mare la domenica andavo lì a puli' per terra dalle 8 alle 20". Ciotti? "Ovunque andavi trovavi un conto suo, aveva questo difetto di non tira' fori una lira".
Poi la storica telecronaca di canottaggio: "Gli Abbagnale, Rossi e Bonomi... non mollo mai il respiro. È uno sport che io ho fatto, ho partecipato alla selezione per le Olimpiadi del 1968 a Città nel Messico. Era come se fossi in barca con loro, era un "tre con". Era un modo per salire anche io sul podio. Poi, dopo la telecronaca collassavo. In Rai avevano proclamato sciopero generale. Quando l' ho saputo ero a mangiare il solito tortellino, a Seul, e pensai: ci siamo fatti migliaia di km per venire a ubriacarci insieme a mignotte asiatiche e soldati americani. Tornai in albergo alle 6 del mattino e scoprii che mi cercavano, c' avevo du' chili de bigliettini alla porta: sciopero rientrato. Nemmeno il tempo di lavarmi, saltai su un taxi e mi scordai anche il badge per entrare allo Stadio Olimpico. "E mo'?" Ma quella era la mia giornata, mi fecero entrare lo stesso. Arrivai in postazione senza manco il foglio partenti ma tanto me li ricordavo a memoria".
Poi il rapporto con Diego Armando Maradona: "Il Napoli sta pe' vince' il titolo, prima della fine me fo chiude' negli spogliatoi da Carmando, il massaggiatore. Dopo la partita fori ce stavano 200 giornalisti da tutto il mondo, Sudamerica, Giappone, Congo Belga: ma dentro c' ero solo io. La genialata fu far fare a Maradona le interviste. Diego è un grande, con la droga ha sbagliato, ma per me è il più grande, nel senso di uomo squadra, perché ha fatto vince' de' pipponi micidiali. Con Carnevale, la moglie... C' erano le telecamere della DS e lui mi sfotteva "che cazzo dici Galeazzi". Poi portava la moglie a casa e lui se ne andava con la Ferrari nera a fa' danni. Le più brutte di Napoli erano sue, gli piacevano alla Botero. A me invece piacciono quelle tipo Nicole Kidman".
Infine la stoccata ai telecronisti di oggi: "Sono preparati ma un po' artificiali. Guarda Piccinini, dice sempre le stesse cose...
Caressa mi piaceva ma ora racconta la sua partita: ti dice che quello "s' è fatto male alla caviglia" invece s' è rotto la spalla.E poi oggi fanno tutti quelle conferenze stampa sedute... io andava a bussa' alle porte, a rincorre' i giocatori: gli strappavo le risposte dagli occhi".
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