Max sul lettino di Freud. Juve coi nervi tesi cerca la cura a Bologna

Allegri a ruota libera se la prende con tutto e tutti: "Io sotto tiro? Ma no, mi diverto"

Max sul lettino di Freud. Juve coi nervi tesi cerca la cura a Bologna

Torino. Dimenticare aprile, sperando che l'ultimo giorno del mese porti in dote una vittoria che raddrizzi un po' il bilancio di un mese andato storto. Finora, la Juventus sull'orlo di una crisi di nervi ha raccolto infatti quattro sconfitte in otto partite, pareggiandone due e vincendone altrettante, segnando cinque reti e subendone sette. Tre ko sono il bilancio delle tre ultime gare di campionato e il popolo bianconero non è sereno, avendo anche dovuto prendere atto dell'eliminazione dalla Coppa Italia per mano dell'Inter al termine di un match praticamente nemmeno giocato, tanta è stata l'apatia con cui sono scesi in campo gli uomini di Allegri. Il quale, dopo avere fatto professione di calma e serenità almeno davanti a telecamere e taccuini fino alla vigilia del match contro i nerazzurri, ieri non ha trovato di meglio che tracimare: «Io sotto tiro? Per me è un divertimento. Un domani, quando non ci sarò, ne dovrete prendere di mira un altro. Il mio nervosismo dopo la partita contro l'Inter? Chi l'ha detto? Da chi sono stati riportati i fatti? Mi dica i nomi. Bisogna pensare al Bologna e basta». E ancora: «Se sono meritevole di conferma? Scrivilo te, dillo te. Che domanda è? Ci sono domande più intelligenti. Se a fine stagione il lavoro non sarà ritenuto soddisfacente, la società deciderà il da farsi. Io sarei soddisfatto se vincessi il campionato, la Champions e la Coppa Italia, ma è impossibile». Nessun mea culpa, comunque. Semmai, la citazione del discorso della stella Nba Antetokounmpo secondo cui «nello sport non esiste il fallimento: quel che conta è il processo di crescita, non può vincere sempre la stessa squadra». E se questa Juventus non pare cresciuta in nulla da inizio stagione, il tecnico bianconero ha gioco facile nel mettere sul piatto l'impiego di tanti giovani: questione di punti di vista e prospettive, insomma.

Con i nervi sempre più scoperti e una partita contro il Bologna durante la quale la Signora è chiamata a dare nuovi cenni di sé. Un po' per ridare vigore alla classifica e un po' per orgoglio, oltre che per prepararsi alla doppia sfida contro il Siviglia nella semifinale di Europa League: vero che gara-1 è in programma tra una dozzina di giorni, vero anche che lo sfinimento di eventuali altri risultati negativi uniti allo stress delle questioni processuali aggraverebbe ancor più una situazione certamente delicata. «Siamo nel momento più duro dell'anno, peggio ancora di quando ci hanno tolto i 15 punti ha ammesso Allegri -. Nel calcio, quando non vinci sei dalla parte del torto: mancano 35 giorni alla fine della stagione, nove partite che speriamo possano diventare dieci perché vorrebbe dire giocare la finale di Europa League. Possiamo ripartire.

Nonostante i disastri che abbiamo combinato, siamo ancora terzi: da certi momenti si esce tutti insieme stando zitti, lavorando e formando un blocco granitico». Chissà.

Intanto, per Bologna, Di Maria non è stato neppure convocato (problemi alla caviglia).

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