Mazzarri e l'effetto Thohir: "Moratti sa quello che fa"

Il Sassuolo diventa un test per l'Inter: l'anno scorso troppi ko con le piccole...

Massimo Moratti abbracciato a Zanetti
Massimo Moratti abbracciato a Zanetti

nostro inviato ad Appiano Gentile

«Ma io Thohir neanche lo conosco, non l'ho neppure mai visto. Cosa volete che vi dica...»
Sta andando forte Mazzarri, e lo sa. Sta arrivando una scopa nuova e nessuno può stare tranquillo quando arriva una scopa nuova, figurarsi l'allenatore che qualcuno ha già messo sotto esame perchè non avrebbe appeal europeo e poi anche perchè Frank De Boer è meglio. De Boer? Proprio l'ultimo non è, per carità, due giorni dopo l'esordio sulla panchina dell'Ajax, ha battuto 2-0 il Milan in Champions a San Siro, poi ha vinto due Eredivisie con una rosa di 22enni e il tycoon indonesiano si è preso una storta per lui. Ma poi guardi Mazzarri e pensi: sta andando forte, questa Inter è già nuova, il cambio di proprietà è solo una cosa in più, così diventa un orpello.

Ieri c'era Massimo Moratti ad Appiano, giusto per cementare: «Il presidente ci dà grande serenità - ha risposto Mazzarri -. Ha spronato i giocatori a dare il meglio di sè, mi ha dato una mano a inculcare dentro di loro concentrazione e attenzione. Le sue decisioni sono prese sempre per il bene dell'Inter. Come la sto vivendo? L'ho già detto: nel modo giusto, come deve fare un allenatore, concentrandosi sul campo e non pensando a cose che non ci riguardano direttamente e non ci devono distrarre».

In quel momento è sfilato davanti alla vetrata della sala conferenze il pullman della squadra, neanche un quarto d'ora dopo c'erano sopra i 24 convocati per Sassuolo: Handanovic, Castellazzi, Maniero, Jonathan, Juan Jesus, Andreolli, Campagnaro, Wallace, Ranocchia, Samuel, Pereira, Rolando, Nagatomo, Kovacic, Alvarez, Guarin, Kuzmanovic, Cambiasso, Taider, Olsen, Belfodil, Palacio, Milito e Icardi. Meritano la lista perchè sono il gruppo che eredita Thohir, ma giocheranno quelli di sabato sera, Mazzarri ha spiegato che quando devi affrontare tre partite in una settimana, devi fare così: «La prima la fai come se niente fosse, senza pensare alle altre due, invece la seconda e la terza devi mettere in campo una squadra che sia all'altezza, valutando le energie dei singoli». Quindi al momento non è annunciato nessun turnover e solo lunedì capirà come affrontare la Fiorentina mercoledì e il Cagliari domenica. Ma oggi c'è il Sassuolo e Moratti ha detto a Mazzarri che queste sono le partite più insidiose. L'anno scorso Siena, Atalanta, Palermo e altre del giro sembravano il Madrid di Di Stefano quando affrontavano l'Inter, legnate memorabili: «E quindi dobbiamo fare bene quello che sappiamo fare - ha detto Mazzarri -. Con la giusta cattiveria e concentrazione. Ho trascorso la settimana tentando di far dimenticare quanto abbiamo fatto con la Juve. Il passato è dietro, e dovrebbe essere così per tutte le cose. Ho spiegato che il Sassuolo ha raccolto meno di quanto meritava, gioca bene, in serie A non ci sono squadre scarse».

L'Inter finora non ha mai preso gol nei primi 45', uno in tre partite, numeri che dicono poco, è troppo presto per arrivare a sentenze, il Sassuolo è ancora a zero e dopo l'Inter ha Napoli e Lazio.

Qualche punto lo deve pur strappare, Di Francesco sa benissimo cosa lo aspetta, l'ultima volta che ha affrontato Mazzarri era sulla panchina del Lecce, con il Napoli andò male e venne esonerato. Senza Thohir e De Boer che gli soffiavano sul collo.

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