Maria Rosa Quario
L'alfabeto di Chicco Pellegrino.
AMORE «L'accomuno con la famiglia, ed è la base su cui costruisco ogni cosa della mia vita. Adesso siamo io e Greta (Laurent, fondista della squadra azzurra, ndr) e da quando conviviamo la mia vita è più tranquilla».
BRAVURA «La vedo soprattutto come professionalità: il talento è una cosa, la bravura è saperlo far fruttare».
COPPA DEL MONDO «Quella già vinta è un piccolo segno che lascerò, ma è passato e faccio come se non avessi vinto nulla».
DOPING «Stare alle regole mi piace e mi dà tranquillità, fare risultati da pulito dà una carica pazzesca. Tanti atleti si bruciano pensando che i rivali non sono puliti, io devo credere che tutti la pensino come me. Di sicuro sono contento di vivere la mia carriera in questo periodo».
EREDITÀ «Penso a quella del fondo italiano prima di me e dico grazie, per la notorietà che han dato al mio sport. Ma il passato è anche un peso: all'Olimpiade di Sochi da me si pretendevano risultati che io non ero ancora pronto a dare e ho patito molto».
FATICA «Mi piace farla, come tutti gli atleti che fanno sport di resistenza sono un po' masochista. So che più ne faccio in allenamento e meno ne farò in gara. Mi piace il detto successo viene prima di sudore solo nel dizionario».
GIORNALISTI «C'è gente che ha piacere a sapere cosa faccio e come sono, quindi per fortuna esistono!»
HAMBURGER «Se la carne è buona, perché no? Il nostro fisico è come una macchina, va perché si allena bene, ma se ci metti la benzina giusta va ancora meglio. Ogni tanto però la trasgressione appaga dal punto di vista psicologico, quindi non mi vieto mai nulla e mangio di tutto».
ITALIA «Sono un lettore di romanzi storici e dalle civiltà del passato ho capito cos'è lo spirito di appartenenza alla patria. Ho senso patriottico, mi piace far vedere a modo mio che l'Italia è meglio di altri Paesi e rappresentarla mi dà tanto orgoglio».
JUVENTUS «Una bella passione fin da quando ero piccolo e giocavo a calcio. Al J Museum ho deciso di lasciare fino a fine carriera la mia coppa del mondo, sta meglio lì, in una grande vetrina, che nel mio salotto. L'oggetto in sé non vale molto, la cosa bella è stata vincerla».
LAHTI «So che è più facile prepararsi per un'intera stagione che per una gara secca, ma so anche che al mondiale ci sono solo 4 atleti per nazione e che tanti possono patire la pressione del momento, mentre chi ha già vinto patisce meno»
MUSCOLI «Sono la parte più delicata del mio corpo e sto iniziando a capire che dai 25 anni in poi non bisogna esagerare. Lo stiramento per fortuna è recuperato».
NATURA «E' il mio ufficio e lo amo nei giorni di sole splendente, ma soprattutto quando le condizioni sono pessime: vento, acqua e neve stimolano l'istinto di sopravvivenza e fanno fare cose impensabili».
OLIMPIADE «La medaglia è un sogno nel cassetto».
PAURA «Rispetto per tutti paura di nessuno: questo mi ripeteva un allenatore quando ero alle prime armi e al via della gara mi tremavano le gambe. E' diventato il mio motto».
QUALITÀ «Per dare il 100% di me stesso tutto ciò che faccio deve essere di qualità, meglio fare meno cose ma farle bene, anzi al massimo».
RIVALITÀ «In squadra c'è ma è sana, non porto mai rancore né per avversari né per cugini di altri sport, sfrutto tutti come stimolo: se in allenamento De Fabiani mi arriva davanti mi impegno di più, se la Brignone vince la prima gara della stagione devo vincerla anch'io, se Northug dichiara che vuole la coppa sprint mi spinge a dare ancora di più».
SALITA «L'importante è tenere duro, perché dopo una salita c'è sempre una discesa, ma occhio perché poi torna di nuovo la salita! Salita o discesa? Mi piacciono entrambe».
TATTICA «Negli ultimi anni il livello nelle sprint si è alzato in modo pazzesco, per pochi secondi rischi di essere fuori dai 30 già in qualifica, quindi per andare forte non basta più spingere a testa bassa, devi anche usare il cervello».
UMILTÀ «E' un valore che ho imparato da bambino e che, quando ho iniziato a fare risultati eccezionali per la mia età, è tornato molto utile. Vivere umilmente fa stare più sereni».
VOLATA «E' la parte più bella della gara, per uno sprinter vincere così è la massima soddisfazione».
ZORRO «Cristian Zorzi, ex grande sprinter, ora skiman della squadra. E' un amico e fra noi c'è grande stima reciproca».
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