L'esame sostenuto da Luis Suarez per ottenere la cittadinanza italiana ha assunto dei risvolti inaspettati per tutte le parti in causa in questa assurda vicenda in cui è stato coinvolto anche il legale del club bianconero Maria Turco. L'avvocato della Juventus ha però voluto difendersi dalle accuse di aver preso accordi con il direttore generale dell'Università di Perugia per quanto concerne il test di italiano che avrebbe dovuto sostenere l'uruguaiano e non solo.
La difesa
"Nelle mie funzioni di legale, ho messo in contatto lo staff del calciatore Luis Suarez con l'Università per Stranieri di Perugia. Tale contatto faceva seguito alla verifica dei requisiti necessari per l'ottenimento della cittadinanza italiana e alla constatazione che il calciatore non fosse in possesso del certificato B1, richiesto dalle normative in vigore. Le mie parole, captate con intercettazioni telefoniche, sono riportate fuori contesto e in maniera incompleta: ho infatti espresso chiaramente la richiesta che la procedura avvenisse in presenza e senza alcun tipo di trattamento di riguardo rispetto a qualsiasi altro candidato", la difesa di Maria Turco affidata ad una nota.
L'avvocato della Juventus ha poi spiegato le sue parole in riferimento ad altri calciatori stranieri: "Presumo che un’analisi attenta di tali conversazioni potrà dimostrarlo senza ombra di dubbio. Quanto al riferimento ad altri calciatori: è del tutto evidente che, trattandosi della prima volta che seguivo una vicenda collegata alla certificazione di conoscenza della lingua italiana, le mie parole siano da interpretare come un bagaglio di conoscenza procedurale da utilizzare per casi futuri, solamente laddove ce ne fosse la necessità. Nessun accordo dunque. Nessuna trattativa. Semplicemente una presa d’atto.
Come noto alle cronache, peraltro, il calciatore non è stato tesserato in Italia e la società che, in quella fase, si era interessata a lui, aveva poi esplicitamente cambiato obiettivi di mercato. Rimango a disposizione delle Autorità competenti, laddove lo ritenessero, per fare ulteriore chiarezza del mio operato professionale", la chiusura della nota del legale Turco.
Nuove accuse
Finora i reati contestati erano quelli di falsità ideologica e di rivelazione del segreto d'ufficio ma gli inquirenti hanno scavato a fondo e hanno allargato l'indagine a macchia d'olio.
In questa torbida vicenda, su cui stanno indagando le forze dell'ordine, la Procura di Perugia ha inserito tra i reati quello di concorso in corruzione nelle accuse contestate alla rettrice dell'Università per stranieri umbra nell'ambito dell'inchiesta penale sul caso Luis Suarez.
Secondo quanto riferisce l'Ansa, nell’avviso di garanzia alla rettrice Giuliana Grego Bolli si citano infatti gli articoli 110 e 319 del codice penale e proprio quest’ultimo descrive l’ipotesi di reato del concorso in corruzione, punendo chiunque riceva denaro o altra utilità o ne accetti la promessa per compiere un atto contrario ai suoi doveri d’ufficio.
La Procura di Perugia vuole indagare a fondo sulla sessione straordinaria d'esame preparata e organizzata ad ho proprio per Suarez e sulla base di motivazioni inconsistenti.
Il legale della rettrice David Brunelli ha spiegato che nell'avviso di garanzia non c'è una descrizione dettagliata dei fatti che implicherebbero la contestazione del reato ma che si tratta di una semplice iscrizione
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