Milan, attento alle verità oltre il torto

È la stessa squadra dell'anno scorso (meno Kessie e Romagnoli). E Tomori è discontinuo

Milan, attento alle verità oltre il torto

Per una volta, lo strafalcione di Siebert, arbitro tedesco poco titolato a dirigere Milan-Chelsea (e forse il designatore Rosetti dovrebbe accorgersene, ndr), ha messo tutti d'accordo. Persino gli inglesi, diretti interessati, sicuramente agevolati dalla scelta-capestro di concedere un rigore per due manate sulla spalla di Mount più l'espulsione di Tomori che non ha impedito la conclusione dell'azione con il tiro respinto da Tararusanu. Ha detto per esempio Mount: «Sorpreso per il rigore concesso, Tomori non andava espulso». Ha aggiunto Fabio Capello, commentatore Sky: «Rigore inventato, gara falsata, mi è piaciuto il Milan». La stroncatura più feroce forse è arrivata da Graziano Cesari, ex fischietto internazionale e moviolista Mediaset: «Voto 3 a Siebert perché si è vestito da arbitro!». Qualche tifoso doc, Matteo Salvini, ha addirittura ripreso il titolo di un quotidiano sportivo attribuendone la responsabilità a Ceferin («furto made in Uefa»). San Siro ha espresso alla fine il suo sintetico giudizio con fischi all'arbitro, cori dedicati a Thiago Silva e applausi ai rossoneri.

Ecco, allora, uno spunto per la riflessione forse più importante: il Milan, qui inteso come club, ha reagito in modo composto senza mettere in scena la baraonda per esempio allestita da Xavi dopo Inter-Barcellona. Pioli ha liquidato l'argomento velocemente: «Quel che dovevo dire, l'ho detto all'interessato». Tonali ha chiuso così: «Se fischi quel rigore allora diventa una partita di basket».

Dietro il misfatto del tedesco, c'è adesso la condizione disperata del Milan che per qualificarsi deve vincere le prossime due partite con Dinamo e Salisburgo. Non sarà facile. Specie se il numero degli assenti dovesse rimanere lo stesso. Sul fronte, tra l'altro, c'è qualche notizia positiva riferita alle condizioni di Maignan: potrebbe recuperare per Verona, non in Champions dove la sospensione dalla lista dura un mese esatto. È piaciuto, e non solo a Capello, il Milan in 10, capace di far tremare il Chelsea con Giroud e altre conclusioni nella ripresa, segno di una vitalità che è anche lo specchio dell'attualità. Nello schieramento di San Siro, Pioli ha fatto ricorso (tranne poi all'intervento di Dest dopo l'espulsione e nel finale a Origi) al Milan dello scorso anno. È quello che sul piano temperamentale - senza Kessie e Romagnoli - è ancora in grado di esprimere una sorprendente vitalità.

Piuttosto l'unico rilievo di fondo va fatto sul conto di Tomori, sorpreso dallo scatto di Mount per via della postura sbagliata e dell'assenza su quel lato di Theo Hernandez, impegnato spesso a fare il mediano incursore secondo la nuova evoluzione tattica scelta da Pioli.

Già all'andata, l'inglese è stato il più chiacchierato e qualche errore di troppo rispetto al rendimento della precedente stagione è arrivato durante il recente derby (gol di Dzeko del 2 a 3). Segno che salvo qualche rimedio alle sue disattenzioni firmato da quel fenomeno di Kalulu (come su Kean nel finale contro la Juve), il rendimento di Tomori deve salire di precisione e di attenzione.

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