C osa succede quando la Nazionale, per cui si è venuti anche dall'altro capo del mondo, viene eliminata? Non si parte, si sparisce. La sparizione del tifoso al Mondiale non è materia calcistica ma appartiene di diritto alla sci-fi, fantascienza. Tipo: vai a dormire dopo una bella serata con gli amici e il giorno dopo ti svegli solo al mondo. Voglio narrare un episodio personale. Germania, Mondiale 2006, quarto di finale. Sabato 1 luglio. Arrivo alla stazione di Francoforte da Berlino e mi trovo davanti una muraglia umana. Ogni centimetro è occupato dalla torcida brasiliana, colorata e chiassosa. Impiego mezzora a uscire. Conquisto, a colpi di trolley, un taxi. All'hotel, dico. Il guidatore scuote la testa indicando la folla verdeoro che è ovunque: Zentrum verboten. Stadio, allora. Arrivo alle 13, la partita è alle 21. Anche la sala stampa è un bivacco di manipoli. Decine di giornalisti, quasi tutti brasiliani, in attesa che avanzi un biglietto. Il Brasile ha Ronaldo, Ronaldinho, Kaka, Adriano magro e pensa di fare un sol boccone della Francia. E invece affonda, segna Henry. Zidane, da solo, vale i quattro sunnominati.
Torno in albergo con mezzi di fortuna a notte fonda, affamato. Ma i brasiliani sono tutti in camera e il room service è come la stazione, intasato. Il giorno dopo, previdente, mi sveglio con ampio anticipo paventando un esodo biblico. Ma non trovo nessuno. La città è deserta.
Qualche francese, ma neanche uno delle migliaia di brasiliani che occupavano Francoforte il giorno prima. Nè in hotel, né alla stazione, né sul treno. Vo-la-ti-lizzati. Ancora oggi mi chiedo se siano esistiti veramente.
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