Moratti: "Ci siamo abituati. Thohir? È uno che capisce"

Nuove critiche a Moratti: troppo buono. E Thohir? "Mi ha mandato sms in continuazione durante la partita. Ci è rimasto molto male. Ma ha pazienza"

Moratti: "Ci siamo abituati. Thohir? È uno che capisce"

«Se Thohir ha visto la partita? Come no! Mi ha mandato sms in continuazione a seconda delle situazioni e ci è rimasto anche lui molto male alla fine per quello che è successo». Massimo Moratti davanti alla Saras, dichiarazione di una milanesità inaudita che rasenta l'ingenuità. Tutto detto con un sorriso che non mascherava proprio niente.

Il presidente è questo, questa è la linea societaria che ha sposato e dettato fin dal suo primo giorno, i tifosi dell'Inter tifano Inter anche perché l'inter è così, è questa. Eppure ci sono stati pseudo tifosi che ancora una volta hanno stigmatizzato la mielosa reazione del club alle decisioni di Doveri. Ancora una volta hanno tirato in ballo la mancanza di comunicazione: mai la voce grossa, mai le scarpe sulla scrivania, mentre invece ci vorrebbe polso, farsi sentire a palazzo.

Par di capire ancora una volta che la discrezione non è mai apprezzata, vince sempre chi urla di più anche se Moratti per 18 anni ha provato a dimostrare il contrario. E c'è anche riuscito: «Senza dubbio una bella partita - ha detto dopo Torino-Inter-, condotta molto bene dalla squadra che ha dovuto pagare un po' le distrazioni dei primi minuti. Dopo di che si son messi a giocare bene con carattere e con tutto. Poteva rimanere in mente come una grande partita. Il risultato poi alla fine ci danneggia un po', d'altro canto questo può succedere. Il rigore? Ho dei dubbi perfino sul rigore. Diciamo che la direzione arbitrale non è stata favorevole ma a questo siamo abbastanza abituati. Quindi, come tale, un po' di danno può averlo creato, forse non determinante. Io sul rigore ho dei gravi dubbi: anche del fatto che fosse rigore. Però questo sta all'arbitro o a chi ha consigliato l'arbitro visto che adesso sono in tanti a confrontarsi in campo. E anche quando gli hanno messo in mano la pistola carica, Moratti ha scansato l'arma: «Mi chiedete se è da cambiare la regola dell'espulsione per il fallo su chiara occasione? La cosa più giusta è sempre lasciare all'arbitro questo tipo di decisione. Poi si brontola o no, ma comunque è giusto che sia lui a decidere, altrimenti mettiamo lì un computer. È giusto che sia lui a decidere a seconda di quello che vede, e a Torino per me ha visto qualche cosa di più di quello che ci fosse».

Se avesse urlato non avrebbe di certo migliorato la situazione. E se qualcuno pensa che però, se strilli, poi le cose vanno meglio perché gli altri si spaventano, allora questi pseudo tifosi hanno proprio sbagliato squadra. Moratti sa come farsi sentire, e quando lo ha fatto pare proprio che non abbia gettato il suo tempo.

Adesso però si volta pagina e c'è già chi salta sui tavoli perché finalmente con Erick Thohir la comunicazione certamente cambierà, questa è gente che usa la mannaia. Del resto è proprio uno dei primi punti della nuova presidenza quello di ribaltare la comunicazione, più aggressiva, efficace, dominatrice, concreta.

Allora a Moratti hanno chiesto se almeno Thohir gli aveva anticipato interventi decisi una volta che si sarà insediato: «Mi ha mandato sms in continuazione sui suoi stati d'animo durante la partita e ci è rimasto anche lui molto male alla fine per quello che è successo - ha risposto -. Ma è una persona che ha la pazienza giusta per capire queste cose».

Anche lei ha la pazienza giusta? «Io me la son fatta».

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