Moratti svela: "Inter, ho fiducia nei cinesi. Thohir? Con lui ho fatto molta fatica"

Moratti ha parlato del suo rapporto con Eric Thohir, del passaggio di consegne al gruppo cinese del Suning Commerce Group e ha confermato Mancini

Moratti svela: "Inter, ho fiducia nei cinesi. Thohir? Con lui ho fatto molta fatica"

Lunedì 6 giugno 2016, dopo 21 anni, si è chiusa l’eraMoratti all’Inter. L’ex Presidente nerazzurro, intervistato dal Corriere della Sera ha voluto dare la sua opinione sul passaggio di consegne del club di Corso Vittorio Emanuele da Eric Thohir a Zhang Jindong: "Da tifoso sono fiducioso dopo l'arrivo dei cinesi di Suning, mi hanno regalato un'impressione di serietà. Non è detto che la prima impressione sia sempre quella giusta, ma quando i nuovi proprietari dell'Inter vennero a Milano, tempo fa, facemmo un incontro a Imbersago, in campagna. Notai in Zhang Jindong concretezza, un uomo che non ha bisogno di recite, nessuna voglia di apparire. Così anche il figlio, educato, abituato ad ascoltare. La delegazione rispettosa del proprio leader. Da questo, e da altro ancora, ne ho tratto un giudizio positivo. La prima mossa della proprietà cinese dell'Inter? Affidare la responsabilità dirigenziale a un uomo collaudato, di esperienza, che conosca non solo il calcio italiano, ma anche il territorio, Milano, i tifosi. Oltre non vado. Se in futuro alla guida dell'Inter ci sarà un altro Moratti di terza generazione? Nessuno avrebbe detto che io avrei preso l'Inter da Pellegrini nel 1995, nemmeno mia moglie. Il futuro? Perché no? Ho cinque figli innamorati dell'Inter".

Moratti si è anche soffermato parlando dei vari allenatori che sono transitati all’Inter durante la sua presidenza, soffermandosi su Mancini e Mourinho: "Mourinho è stato bravissimo, ha vinto tutto. Ma anche qui me ne faccia dire tre... Mancini è stato fondamentale per riportare l'Inter alla vittoria, ha rotto un periodo di astinenza. E Leonardo per la sua intelligenza. L'allenatore che non ho potuto prendere? Zeman. Lo cercai al telefono, non rispose, temendo uno scherzo. La situazione poi cambiò, sa quelle cose improvvise, e il suo arrivo non poté concretizzarsi. Ma lo stimo molto, ha delle idee rivoluzionarie. La nuova proprietà dell'Inter deve confermare Mancini? Credo proprio di sì: è stata una stagione difficile, tormentata per Mancini. Troppi problemi, troppe situazioni poco chiare. In un'Inter radicalmente cambiata a livello societario, Mancini può rappresentare un punto fermo a livello tecnico. Certo che la prossima stagione deve rappresentare una svolta anche nei risultati".

Infine, Moratti ha parlato del suo rapporto, difficile, con Eric Thohir: “La mia vera uscita è stata quando ho ceduto l’Inter a Thohir. La tappa odierna fa parte di un cammino, di un processo, di una costruzione. Nel tempo mi sono preparato psicologicamente, quindi nessun trauma. Io e Thohir rappresentiamo due mondi opposti di vivere l'Inter? Non sono confronti da fare. Ognuno vive secondo la propria cultura, il modo di essere, il proprio carattere. Ammetto che ho fatto fatica, malgrado l'infinita cortesia di Erick Thohir.

E in questa mia confidenza non c'entra proprio niente l'imprenditore indonesiano, disponibilissimo nei miei confronti, sensibilissimo verso di me. Le responsabilità erano di Thohir, la gestione era la sua, quindi ogni mio intervento avrebbe potuto creare imbarazzi ed equivoci".

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