È il giorno decisivo. In giornata i dirigenti dell'Inter, accorsi in massa a Nanchino, firmeranno il documento di cessione della società nerazzurra da Thohir e Moratti al Suning Commerce Group del magnate Zang Jindong. Il governo cinese ha dato il preventivo assenso. Questa mattina alle 9 ora italiana la conferenza stampa con la firma dell'accordo. Sul piatto la maggioranza del 68,5% valutata circa 500 milioni di euro. La restante parte resterebbe in mano al presidente uscente, almeno per il momento, con Moratti che avrebbe un ruolo di consulente-consigliere della nuova proprietà con una parte irrilevante di quote. Ne scaturisce che la società, nonostante un indebitamento pari a 400 milioni, la gran parte con le banche, sia stata stimata attorno ai 700 milioni di euro, ben più della valutazione (400 milioni) effettuata al momento del trasferimento del club all'imprenditore indonesiano e soprattutto della recente valutazione (399 milioni) firmata dall'istituto Kpmg. In meno di 4 mesi sta chiudendosi un'operazione che sul versante milanista va avanti da un anno senza arrivare a compimento. Ma una spiegazione c'è: Thohir ha sempre avuto intenzione di vendere, soprattutto da quando ha dato mandato alla Goldman Sachs di trovare un acquirente, Berlusconi no.
Ci guadagnano tutti, in particolare i tifosi nerazzurri che potranno contare su una proprietà solida e ricca «pronta a investire un miliardo di euro nel club», ha detto il vicepresidente della Camera di Commercio Italia-Cina a Telelombardia. Il Suning Commerce Group, che rileverà le azioni attraverso una sub-holding, vanta un fatturato di oltre 17 miliardi e il 20% del mercato nazionale nel campo dell'elettronica. Di recente ha anche creato un centro di ricerca nella Silicon Valley con l'obiettivo di aprire un varco negli Stati Uniti. Per questa ragione ha accettato di cedere il 20% delle sue quote al gruppo Alibaba, leader nel commercio elettronico, per 4,6 miliardi di dollari. Cosa volete che sia investirne una piccola parte nel calcio? Il suo proprietario, secondo la rivista Forbes, possiede un patrimonio di 4 miliardi di dollari che gli permette di essere fra i 400 uomini più ricchi della terra. Al calcio crede molto: nel 2015 ha comprato lo Jiangsu e ha acquisito i diritti della Liga spagnola per conto del network PPTV. Ai suoi dirigenti ha chiesto di chiudere in fretta la trattativa per rafforzare la squadra e riportarla in Champions. Da quanto s'è appreso, sembra propenso a mantenere lo staff italiano più di quello anglosassone caro a Thohir. Sub judice la posizione di Mancini, atteso a vincere e solo a vincere.
Va di lusso anche al presidente uscente che non solo si riprenderà i 100 milioni prestati all'Inter a un tasso dell'8%, ma non dovrà far fronte al debito di 220 milioni con la Goldman Sachs e al rimborso delle quote (29,5%) di Moratti in scadenza a metà novembre per 120 milioni. Sorride anche l'ex presidente che porterà a casa un buon pugno di milioni e guarderà con ottimismo al futuro della sua creatura. Magari facendo da ambasciatore della nuova proprietà. Resta da chiedersi perché Thohir, non avendone i mezzi, ha preso a suo tempo l'Inter.
Di punto in bianco cambierà lo scenario del club nerazzurro che, pur potendo avvalersi di nuovi e più consistenti mezzi, dovrà soddisfare l'accordo preso a suo tempo con l'Uefa sul rispetto del fair-play. Ma il Suning Group potrebbe aggirare l'ostacolo attraverso una forte sponsorizzazione e un anticipo importante sul merchandising in Asia. Per la Milano nerazzurra si aprono orizzonti insperati.
Chissà che dallo Jiangsu non arrivi, tanto per gradire, uno fra Teixeira e Ramires, il primo pagato 50 milioni, il secondo 30. Logicamente in prestito per non offendere i soloni dell'Uefa. Zang Jindong non è abituato a perdere e soprattutto ad accettare alibi improbabili in caso di refusi sul campo... Mancini e compagnia sono avvisati.
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